Google ha rilasciato il suo “
Transparency Report” volto a fornire una
panoramica sulla sorveglianza online da parte dei
Governi.
Dalla ricerca si evince che nei primi sei mesi dell’anno le richieste di dati degli utenti da parte delle autorità pubbliche sono arrivate a
quota 20938, mentre
a fine 2011 erano 18257.
Registrano un incremento anche le
domande per rimuovere informazioni pubblicate su internet, come per esempio un
video o un
post: le richieste sono infatti salite a
quota 1791 per ottenere la
cancellazione di 17746 parti di contenuti web.
Nella classifica delle nazioni, in testa troviamo gli
Stati Uniti, Paese in cui sono giunte
7969 domande delle pubbliche autorità (accolte nel 90% dei casi) per accedere a dati di utenti, alimentate anche dall'estero.
Nel mirino sono finiti soprattutto i
gruppi di discussione online e i risultati delle ricerche online.
In classifica seguono
India (2319) e
Brasile (1566).
Per quanto concerne il nostro Paese, sono giunte
841 richieste e il 34% è stato accolto in parte o completamente.
Il bersaglio principale è stato proprio
Big G, soprattutto per
questioni legate al copyright: i risultati rimossi sul web dopo l’ingiunzione di un tribunale civile sono 140.
Il colosso di Mountain View ha altresì dichiarato che in alcune nazioni sono giunte persino false ingiunzioni di tribunali al fine di chiedere la
cancellazione dei dati.
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