Europol, la polizia europea, ha sgominato ieri una delle più efficienti
bande dediite al
crimine informatico.
Il
capo dell'organizzazione, un russo, era già stato
arrestato nello scorso dicembre a
Dubai.
Ieri è stata la volta del resto della banda,
dieci persone provenienti da Russia, Ucraina e Georgia, arrestate in
Spagna, nella Costa del Sol, dove avevano la loro base operativa.
Europol è ancora alla ricerca di
complici, che potrebbero avere altre basi fuori dall'Europa.
La tencica usata per estorcere denaro era il cosiddetto
ransomware.
In pratica, chi cadeva vittima del
malware si ritrovava il
computer bloccato, con un messaggio firmato da un sedicente ufficiale di polizia, che richiedeva il
pagamento di 100 euro per sbloccare il computer, come multa per "attività illegali".
Secondo le stime di Europol, circa
il 3% delle vittime pagava il riscatto, credesse o meno all'autenticità del messaggio: una quantità di persone sufficiente da permettere alla banda di raccogliere circa
un milione di euro.
Del resto il messaggio era molto sofisticato, utilizzava
la lingua e il simbolo corretti per la Polizia del Paese della vittima, ed era solitamente inviato a persone che avevano motivo di pensare a un provvedimento nei loro confronti, per esempio a chi scarica file illegalmente.
Dopo aver pagato, tra l'altro, le vittime dovevano comunque ricorrere a un
tecnico per rimuovere il malware. Un sito creato dal governo spagnolo per fornire assistenza ha ricevuto
750.000 visite in un anno.
Rob Wainwright, direttore di Europol, ha dichiarato che "Si tratta del
primo importante successo contro questo nuovissimo fenomeno, che abbiamo identificato solo negli ultimi due anni.
Sei degli arrestati sono già stati accusati dalla polizia spagnola di reati come
frode,
riciclaggio e
associazione a delinquere.
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