Otto minorenni novaresi sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla
Procura dei minori di Torino con l’accusa di
istigazione al suicidio e
detenzione di materiale pedopornografico in seguito alle indagini avviate dopo il
suicidio di Carolina Picchio, la 14enne morta a Novara lo scorso mese di gennaio.
Il caso ha avuto sin dall’inizio una fortissima risonanza mediatica a causa del rilievo dato alla vicenda sui
social network – in particolare
Facebook e
Twitter – e per le accuse di bullismo e di cybwerbullismo che erano state rivolte ad alcuni ragazzi che avevano insultato la povera ragazza. Secondo quanto affermato dai ragazzi stessi, all’origine del disperato gesto di Carolina vi sarebbero state tensioni e insulti, da parte di conoscenti, che erano approdati anche sul profilo Facebook della ragazza.
Il sociologo
Antonio Marziale, ha così dichiarato, a proposito della vicenda: “Se i mass media, applicati alla tecnologia, diventano motivo di offesa fino ad estreme conseguenze è perchè alla base vi è una scarsa considerazione della fenomenologia da parte delle istituzioni, a cominciare dal sistema scolastico che non contempla l'istituzione organica dell'educazione ai media. Gli accadimenti, altro non sono che il risultato di una sottovalutazione delle agenzie educative. L'
Unesco ha sollecitato la media education già nel 1970. A ben 43 anni di distanza in Italia non si è capito ancora nulla”.
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