Un giudice americano, dopo una class action intrapresa nel 2011 da 5 utenti di
Facebook, ha stabilito che
614mila utilizzatori della piattaforma social riceveranno un
indennizzo simbolico di 15 dollari: si tratta di quegli utenti che sono stati utilizzati dal sito di
Mark Zuckerberg per campagne pubblicitarie senza alcuna autorizzazione.
Per il magistrato
Richard Seeborg, l'utilizzo di foto e dettagli personali degli utenti di Facebook, trasformati in ignari testimonial pubblicitari, non avrebbe arrecato loro alcun "danno significativo".
Ma vediamo cos’è accaduto: attraverso le cosiddette
Sponsored Story, attivate nel 2011, se un utente clicca “Mi piace” sulla pagina di un brand rischia di ritrovarsi in un elenco di sponsor del prodotto con la
pubblicazione della propria immagine e anche del proprio nome.
La Corte ha stimato che il colosso di Menlo Park, utilizzando in totale
150 milioni di utenti come testimonial involontari, avrebbe guadagnato
73 milioni di dollari.
Il risarcimento complessivo è di 20 milioni e prevede, oltre all’indennizzo di 15 dollari, il
pagamento delle spese legali e l'onorario delle organizzazioni che si occupano di
tutela della privacy.
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