Il gruppo di hacker
black hat, autoproclamatosi
difensore della Siria e degli interessi del Governo di
Bashar Al Assad, ha
preso di mira alcuni tra i più celebri siti di informazione in lingua inglese, tra cui quello del New York Times..
Colpito anche il network della piattaforma di microblogging
Twitter. Nello specifico, l’attacco sarebbe stato effettuato dalla SEA
(SyrianElectronicArmy) che ha deciso di agire proprio in concomitanza con l’accentuarsi del conflitto siriano e l’intromissione da parte delle potenze occidentali nella complicatissima e delicata vicenda.
Dal New York Times sono giunte ieri le conferme, anche se probabilmente si è trattato di un
attacco esterno malevolo, mentre la SEA cercava di coinvolgere i siti britannici dell'Huffington Post e di Twitter.
Il registrar australiano
Melbourne IT, che gestisce i nomi di dominio di Times, Huffington Post e altri siti, ha confermato che la
società è stata vittima di un attacco penetrato attraverso una breccia nella sicurezza dei suoi sistemi, con le credenziali di accesso di uno dei reseller compromesse e usate per accedere ai server da cui gli hacker SEA hanno cambiato i dati di registrazione del sistema DNS.
L’obiettivo era quello di indirizzare i visitatori dei siti compromessi verso
un server esterno controllato dai cracker: si tratta di un sistema localizzato in Russia e conosciuto per dispensare malware.
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