Microsoft e
Google intendono fare causa al
Governo statunitense per rivendicare il diritto a rendere pubbliche le informazioni sui dati forniti nell’ambito dei programmi di sorveglianza della
National Security Agency, l’agenzia al centro delle polemiche sollevate dall’ex informatico
Edward Snowden.
Ad annunciare la decisione è stato il consigliere generale di Microsoft,
Brad Smith, che in un blog ha così dichiarato: “le due società restano preoccupate per la continua riluttanza da parte del governo [americano] a permettere la pubblicazione di dati sufficienti in relazione alle disposizioni del Foreign Intelligence Surveillance Act (FISA)”.
Tale atto, risalente al 1978, dispone le procedure per la sorveglianza fisica ed elettronica e per la raccolta delle informazioni di intelligence straniera.
Smith ha poi aggiunto: “nelle ultime settimane abbiamo accettato che il dipartimento di Giustizia rinviasse per sei volte la scadenza [entro la quale] il governo [era chiamato a] rispondere alle richieste dei due gruppi. Siamo delusi dal fatto che questi negoziati siano falliti”.
Secondo quanto dichiarato dall’emittente televisiva
Cnn, il governo statunitense sarebbe intenzionato a declassificare alcuni documenti relativi ai dati raccolti nei programmi di sorveglianza elettronica per offrire un compromesso che prevenga l’eventualità di iniziative legali da parte di Google e Microsoft.
Sembra che la richiesta sia stata sottoposta nella giornata di ieri alla
Foreign Intelligence Surveillance Court, l’organo segreto che supervisiona i programmi di sorveglianza.
Qualora dovesse essere accettato quanto richiesto, i metadati saranno declassificati suddividendoli per quantità, tipo di richiesta e società di telecomunicazione.
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