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Italiani preoccupati dal cybercrime, ma non si proteggono

Gli italiani hanno paura di essere oggetto di furto di dati personali, ma spesso sul web si tutelano poco e male. E'quanto emerge da un'analisi dell'Osservatorio Cermes Bocconi-Affinion.

Autore: redazione social media

Pubblicato il: 27/11/2013

Secondo quanto dichiarato in una recente analisi dell'Osservatorio Cermes Bocconi-Affinion, effettuata su un campione di 1000 persone di età compresa tra i 18 e i 75 anni, gli italiani hanno paura di essere oggetto di furto di dati personali, ma spesso sul web si tutelano poco, male e sottostimano i rischi della condivisione di alcune informazioni come per esempio quelle riguardanti la posizione geografica sui social network.
I più consapevoli dei rischi sono le donne e i giovani, ma nonostante ciò continuano a proteggersi in maniera insufficiente.
Si stima che, complessivamente, gli italiani siano legati a un'idea tradizionale di ''dati personali'': il 92% concorda che sia composto dai dati anagrafici, l'85% comprende i dati sanitari, oltre l'80% annovera quelli economico-finanziari, ma solo il 58% include i dati sugli spostamenti, come quelli generati dalla geolocalizzazione sui social network.
Per quanto concerne i metodi per cautelarsi, si stima che il 69% si protegge mentre digita i pin, il 67% tiene i pin separati dalle carte, il 59% non comunica le proprie password.
Soltanto il 33%, però, le cambia frequentemente, il 37% ne costruisce di complesse e il 38% paga online solo con carte prepagate.
Il 77% non possiede un database protetto dei propri dati personali. I giovani sono particolarmente preoccupati per il rischio di furto della Sim del proprio cellulare.

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