Dallo studio "
Self-Censorship on Facebook", realizzato dai ricercatori
Adam Kramer e Sauvik Das (ex stagista presso Menlo Park), si evince che il celebre social network blu memorizzerebbe
anche i post che vengono scritti ma non pubblicati.
Nello specifico, è stata monitorata l’attività di circa 5 milioni di utenti della piattaforma social di
Mark Zuckerberg residenti negli Usa e in Gran Bretagna.
L’obiettivo della ricerca sarebbero stati i comportamenti di “autocensura”, tra i quali è possibile annoverare, per esempio, una richiesta di amicizia, per poi cancellarla.
Facebook sarebbe in grado di sapere se un contributo non viene postato per paura che venga letto dal datore di lavoro, se un'immagine viene rimossa per evitare "problemi di coppia" e quali tipologie di utenti tenderebbero a censurare più frequentemente i propri commenti.
Sembra che
gli uomini si autocensurino molto più frequentemente delle donne e questo comportamento parrebbe inoltre più diffuso presso gli uomini che tra le loro amicizie contano poche donne.
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