Negli USA si sta svolgendo una
vera e propria class action contro Facebook: secondo l’accusa, infatti, il social network più celebre del Mondo
spierebbe le conversazioni private tra gli utenti.
A capitanare la rivolta vi sono nientemeno che
Matthew Campbell e
Michael Hurley, due legali dell’Arnkansas e dell’Oregon che hanno depositato la loro denuncia di fronte alla
Corte federale della California.
Nello specifico, nei documenti presentati alla Corte, viene spiegato come, contrariamente a quanto affermato al momento dell’iscrizione, i
messaggi privati di Facebook vengano sistematicamente intercettati per capire di che cosa gli utenti parlino.
Sembra che questa vera e propria
attività di spionaggio da parte della piattaforma social di Mark Zuckerberg abbia come obiettivo quello di
tracciare le preferenze degli iscritti, per poi condividerle (e, di conseguenza, monetizzarle) con inserzionisti pubblicitari o aggregatori di dati terzi.
Secondo uno studio, infatti, nelle conversazioni private gli utenti sarebbero maggiormente propensi a svelare i propri gusti e inclinazioni, poiché convinti di comunicare in un ambiente digitale non sorvegliato.
Sembra che il giro d’affari di questa particolare intrusione nella privacy, nel 2011 sarebbe stato pari a
2,7 miliardi di dollari.
Non resta che attendere i prossimi giorni per comprendere quali potranno essere gli sviluppi della vicenda.
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