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McAfee: nel 2025 il modo sarà ultraconnesso, mentre privacy e sicurezza sembrano non stare al passo

Uno studio McAfee rivela cosa ci aspetta per il prossimo decennio per quanto riguarda lo stile di vita e le tendenze tecnologiche.

Autore: Redazione BitCity

Pubblicato il: 17/09/2014

McAfee ha rilasciato i risultati dello studio Safeguarding the Future of Digital Life in 2025 (Proteggere il futuro della vita digitale nel 2025) che prende in esame le opinioni e gli atteggiamenti di oltre 2000 consumatori a livello globale, di cui 350 nel nostro Paese, in merito allo stile di vita e alle tendenze tecnologiche.
Lo studio ci offre uno spaccato sull'impatto della tecnologia nella vita delle persone, nelle case, nel luogo di lavoro, negli spostamenti, nei dispositivi indossabili (i cosiddetti wearable device), e nei dispositivi mobili e come le innovazioni tecnologiche che ci aspettiamo si intersecano con la sicurezza e privacy online.
Secondo gli intervistati, nel prossimo decennio la tecnologia e i dispositivi saranno in grado di migliorare considerevolmente l'esperienza nella gestione della vita domestica. Il 42% degli intervistati entro 11 anni prevede di stare in una casa in grado di parlare o leggere. Oltre il 75% ritiene che il frigorifero sarà in grado di aggiungere automaticamente alla lista della spesa gli alimenti che stanno per esaurirsi. La maggior parte degli intervistati (82%) è convinta che i sistemi di sicurezza di casa saranno collegati al proprio dispositivo mobile.
Secondo il sondaggio, il 42% degli italiani intervistati è preoccupato per come sarà lo stato della sicurezza informatica tra 11 anni. Oltre metà dei consumatori (53%) ha individuato nel furto di identità o di denaro e nella frode informatica le principali preoccupazioni. Questo non è un dato sorprendente, anche a seguito della diffusione quasi quotidiana di notizie riguardanti le violazioni subite da istituzioni finanziarie e commerciali. E di fronte al proliferare a ritmo serrato di innovazioni che rendono la nostra vita sempre più connessa, molte persone potrebbero sentirsi riluttanti a condividere informazioni personali o ad adottare le nuove tecnologie per paura di diventare vittima di un crimine informatico. 
Lo studio ha anche rivelato che ben il 65% degli intervistati teme che nel prossimo decennio la propria famiglia possa essere vittima di un attacco da parte di un hacker mentre poco meno della metà(46%) ritiene che nel 2025 la propria famiglia potrà essere colpita da cyber-bulli. Timori che si devono all'aumento della probabilità di vivere in prima persona incontri negativi online man mano che si moltiplicano i siti di social networking e il numero delle persone che li frequentano. 
"La maggior parte delle persone ha appena iniziato a comprendere che i dati personali non sono una cosa eterea", ha aggiunto Giorgio Bramati, Consumer Partner Manager di McAfee, part of Intel Security. "Anche se in generale non sono molti quelli che hanno già capito che cosa far sapere agli altri di tali dati, per esempio, noi non andiamo in giro per la stanza bisbigliando i dati della carta di credito. Perché lasciamo che questo avvenga online?". "Dato l'aumento delle preoccupazioni legate alla sicurezza, probabilmente la ricerca andrà verso un rafforzamento dei metodi di autenticazione, come ad esempio l'utilizzo di dati biometrici, quali le impronte digitali, i volti, le voci, gli occhi o addirittura le onde cerebrali". 
Il 60% degli intervistati in Italia prevede che tra 10 anni il dispositivo più diffuso sarà un orologio intelligente e il 71% pensa che in generale i dispositivi indossabili saranno utilizzati comunemente. Il59% prevede che gli elettrodomestici da cucina connessi saranno parte integrante della famiglia nel 2025.

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