Durante un incontro tra delegazioni della
Casa Bianca e dei big della
Silicon Valley, Tim Cook ha ribadito la sua posizione
a favore della privacy degli utilizzatori di smartphone. Il CEO di
Apple si è detto contrario alle cosiddette “backdoor”, ossia
quei sistemi che permettono di accedere a un cellulare e ai dati in esso contenuti. Al summit, organizzato a San Josè, in California, erano presenti anche rappresentanti di
Facebook, Twitter, Google, Microsoft e Linkedln.
Scopo dell’incontro, voluto dai vertici del governo e dell’Intelligence, è stato
il tentativo di stabilire una linea di comportamento per fronteggiare la minaccia del terrorismo online: il capo dell’
Fbi, James Comey, ha più volte inoltrato alle aziende tecnologiche la richiesta di creare una “porta di servizio” nei sistemi di cifratura degli smartphone per poter avere facile accesso e quindi maggiore controllo delle persone.
Un’arma a doppio taglio, che, come ha sottolineato Cook, rischierebbe di compromettere la sicurezza di tutti, se finisse nelle mani sbagliate.
Recentemente sono stati violati l’account del direttore dell’Intelligence USA
James Clapper e le mail personali del direttore della
Cia, John Brennan.
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