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Che cosa è un alimentatore

Facciamo un breve viaggio nel mondo degli alimentatori verificando come funziona, come sceglierlo e come fare in modo che questo componente non diventi un problema.

Autore: Redazione Technology

Pubblicato il: 01/06/2009

Anche se di fatto non elaborano nulla, gli alimentatori sono uno dei componenti più importanti di un PC e anche tra le principali fonti di problemi in caso di guasto. Gli alimentatori sono solitamente strettamente legati al tipo di cabinet del nostro PC. Sono le dimensioni e la forma dello chassis che quasi sempre determinano la tipologia di alimentatori da scegliere. Talvolta i cabinet vengono già  venduti con l'alimentare, una scelta che permette di risparmiare, ma che non sempre è la soluzione migliore.Una cosa da tenere sempre a mente è che la qualità  dell'alimentatore condizionerà  fortemente il funzionamento e la vita del PC.

[tit:La fonte di alimentazione]
Un alimentatore non è semplicemente un parallelepipedo che converte la corrente elettrica dai 220 V della presa a valori più bassi.
In linea di massima un alimentatore preleva tensione dalla rete elettrica domestica, la converte da alternata a continua, ne riduce i valori, provvede a stabilizzarla e a filtrarla da eventuali segnali spuri, mette a disposizione una serie di sistemi di protezione in caso di surriscaldamento interno, corto circuiti e sbalzi di tensione.
Nel caso dei cortocircuiti spesso si parla di sistema SCP (Short Circuit Protection). Tra le più diffuse protezioni c'è anche quella contro le sovratensioni, chiamata anche Over Voltage Protection o OVP. C'è inoltre una ampia varietà  di uscite e segnali di controllo:le tensioni che normalmente sono utilizzate in un computer sono cinque: +12 V, -12 V, +5 V, -5 V e +3,3 V.
Sul versante degli standard, la versione più recente, per ora, è quella ATX 2.3, anche se la maggior parte degli alimentatori disponibili sono ancora rispondenti alle specifiche 2.2.Per gli attuali PC le linee più importanti sono i rami positivi e quella a +12 V. Per capire le differenze fra un alimentatore e un altro occorre imparare a leggere l'etichetta solitamente presente in tutti questi dispositivi, anche se da solo questo non basta. I valori che normalmente ci vengono presentati dai produttori sono espressi in Watt (W), che è una misura di potenza. Il consumo si calcola considerando altri due valori, la tensione e la corrente (misurata in ampere). Occorre comunque ricordare che se acquistare un alimentatore sottodimensionato può dimostrarsi una scelta molto pericolosa, comprarne uno eccessivamente sovradimensionato diventa semplicemente uno spreco di soldi.

[tit:Alcuni dettagli tecnici]
Per avere un'idea di quante potenza ci occorre si possono fare delle approssimazioni considerando i consumi dei singoli componenti. Per la potenza, occorre considerare prima della scelta anche quale margine si vuole avere per eventuali upgrade del PC. Se per esempio, sappiamo di dover aggiungere in futuro due o più hard disk oppure una scheda grafica più potente o anche una seconda scheda, bisogna calcolare un certo margine per la maggiore potenza richiesta, almeno un 10% in più.
Il valore che solitamente interessa di più è la potenza continua, normalmente più bassa di quella di picco e quindi quando si fanno dei confronti occorre valutare lo stesso tipo di valori. Se non ci sono indicazioni precise, è meglio considerare il caso peggiore, e quindi che la potenza indicata sia quella di picco, e calcolare per quella effettiva come un 10-15% in meno.
Alcuni alimentatori offrono la possibilità  di avere collegamenti modulari, ovvero di collegare solo i cavi che servono effettivamente al PC e alle periferiche interne. Per fornire maggiori funzionalità , come per esempio una gamma di protezioni più ampia che non si riducono a un semplice fusibile, spesso gli alimentatori di buona qualità  hanno una complessità  circuitale elevata che si riflette anche nel numero di componenti utilizzati.
Un elemento importante per un alimentatore è l'efficienza, in pratica il rapporto fra la potenza erogabile e quella assorbita dalla rete elettrica. In teoria, se il rapporto fosse del 100% non ci sarebbe dissipazione di calore perchà© tutta l'energia sarebbe convertita: questa situazione è ovviamente irraggiungibile. In situazioni reali, con un'efficienza dell'80% (è già  un valore ottimo) significa che un alimentatore da 600 W dissipa in calore 120 W. Questo condiziona altri aspetti come per esempio il dimensionamento del sistema di raffreddamento (ventola e alette).



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