La possibilità di vedere contenuti 3D è ormai una realtà alla portata degli utenti domestici. Oltre al coinvolgente spettacolo che si può ottenere guardando un film al cinema, le moderne tecnologie permettono di ricreare scenari immersivi e di forte impatto anche tra le mura domestiche. Vediamo come!
Autore: Daniele Preda
Pubblicato il: 26/05/2010
Il principale utilizzo che, sino ad oggi, ha permesso una notevole espansione dei sistemi di rappresentazione 3D è legato alla visione di film e all'introduzione di tecnologie e piattaforme differenti con il passare del tempo. Si parla di film a tre dimensioni già dalla seconda decade del secolo scorso, anche se una prima diffusione su scala più ampia risale agli anni 50.
La visione secondo parallassi consente di esemplificare il nostro modo di osservare il mondo e di inquadrare come avviene la messa a fuoco e il posizionamento degli oggetti nello spazio.
Per quanto riguarda le tecniche di ripresa si adottano videocamere/cineprese munite di due obiettivi, capaci di lavorare secondo una doppia esposizione. I due gruppi ottici sono posizionati a circa 6 cm l'uno dall'altro, parametro che corrisponde alla distanza media esistente tra i due occhi di un soggetto adulto. Questo consente di catturare due riprese leggermente sfalsate e di ricreare immagini in movimento secondo la soggettiva tipica dell'apparato visivo umano.Le tecniche di riproduzione invece, prevedono la proiezione su uno schermo dedicato di entrambi i flussi video generati, in modo contemporaneo o in modo alternato. Quest'ultima soluzione è quella adottata più recentemente e che permette di ottenere un maggiore realismo grazie all'utilizzo di occhiali a lenti polarizzate o a otturatori LCD.
L'anaglifo costituisce il primo sistema, accessibile alle masse, in grado di mostrare rudimentali immagini in 3D.Questo sistema ebbe diffusione negli anni 50 e, ancora oggi, è possibile imbattersi in questo tipo di occhiali. Di per sà©, il dispositivo di visione non incorpora alcuna tecnologia attiva, ma solamente due lenti opportunamente colorate per poter rispondere a un certo tipo di immagini codificate all'origine. Nel dettaglio, le sequenze video o le fotografie pensate per l'uso con occhiali anaglifi sono state precedentemente filtrate secondo due colori diversi, che vengono poi discriminati tramite gli occhiali, che dispongono di un filtraggio complementare.
La scomposizione cromatica adottata in questo sistema di visualizzazione provoca un forte decadimento qualitativo e il "ghosting" delle immagini.Perciò a entrambi gli occhi viene impedita la visione di una specifica gamma cromatica, diversa per ciascuno, come può facilmente essere compreso osservando le due "lenti" di colore diverso utilizzate per questi apparati. Nel complesso questo sistema si dimostrò rivoluzionario per l'epoca di introduzione, anche se appaiono molto evidenti i limiti imposti, quali una ridotta qualità generale, una perdita di chiarezza e definizione dei colori, oltre a un marcato effetto "ghosting", relativo allo sdoppiamento delle immagini visualizzate.
Questo sistema sfrutta lenti polarizzate in abbinamento a una particolare superficie micropolarizzata.
Le due immagini distinte percepite dagli occhi vengono successicamente ricostruite dal nostro cervello.In questo caso le lenti adottate sono del medesimo colore e non vengono introdotte modifiche cromatiche dei soggetti riprodotti. La qualità dei colori e delle sfumature rimane inalterata. Il funzionamento di questi occhiali è radicalmente diverso dai precedenti e prevede la proiezione di immagini in rapida sequenza su di uno schermo riflettente, appositamente trattato o tramite un display munito di un film micropolarizzato.
Le linee effettivamente riconosciute dal cervello sono la metà di quelle realmente impiegate, ciò provoca una drastica riduzione della qualità .In questo modo, l'occhio destro potrà percepire solamente i fotogrammi pari e quelli sinistro solo quelli dispari. Il risultato che si ottiene è particolarmente interessante e la qualità generale è discreta. Anche questi dispositivi impongono notevoli limitazioni, soprattutto per quanto riguarda il punto di osservazione. àˆ infatti necessario rimanere perpendicolari alla superficie di riproduzione, con un ridotto angolo di visione lungo l'asse verticale.
Nel dettaglio il videogame Mirror's Edge (EA / Dice). E' possibile notare come l'aumento delle frequenza di riproduzione consenta di visualizzare un numero maggiore di dettagli.Non solo, i fotogrammi realmente percepiti dal cervello sono la metà di quelli trasmessi, dato che per creare le necessarie informazioni per la ricostruzione dell'immagine 3D è necessario sommare i dati di due frame consecutivi. In questo modo si dimezza effettivamente la risoluzione e si riduce la qualità complessiva.
Gli otturatori digitali dialogano con la piattaforma che genera le immagini tramite uno specifico ricevitore senza fili. Gli occhiali di questo tipo fanno parte dell'intera catena di riproduzione e aboliscono i difetti principali dei precedenti sistemi. Lo schermo e gli occhiali sono costantemente sincronizzati e non è perciò indispensabile stare di fronte al piano di proiezione o al pannello del display. In secondo luogo, le tecnologie più recenti prevedono una frequenza di aggiornamento nettamente superiore al passato, con almeno 120 Hz. Ciò significa che ciascun occhio riceve immagini con una cadenza di 60 volte al secondo, un refresh più che adeguato per non perdere dettagli e fluidità delle sequenze riproposte.
Con il proprio G51J 3D, Asus propone tutto l'hardware necessario al gaming 3D in un'unica soluzione.Il dialogo tra i due dispositivi è reso possibile grazie al sistema senza fili a infrarossi, gli occhiali incorporano infatti un ricevitore e una batteria ricaricabile via USB, con autonomia di circa 40 ore, secondo il produttore. La taratura e il controllo del dispositivo vengono effettuati tramite l'unico pannello di controllo dei driver nVidia, in modo molto semplice e trasparente all'utente. Per completare la catena di riproduzione è necessario, come detto, possedere un display o un videoproiettore capace di mostrare 120 fotogrammi al secondo, oltre a una GPU nVidia tra quelle selezionate (i requisiti per 3D Vision sono disponibili a questa pagina). Molti titoli di recente introduzione sono compatibili con questa tecnologia, mentre per la riproduzione di video e foto, nVidia propone i propri player software dedicati.
Il particolare ci permette di osservare la connessione USB degli occhiali, che serve solo per la ricarica, oltre al piccolo ricevitore a infrarossi del kit 3D Vision.Il risultato ottenuto è sicuramente superiore ai tradizionali occhiali passivi e permette di osservare scenari (foto, giochi e film) in modo completamente nuovo. I soggetti in primo piano e quelli disposti lungo le parallassi successive sono nettamente distinguibili, la percezione della profondità spaziale è netta.
Sony KDL-40HX800
Samsung TV LED 3D UE55C8000XPIl campo d'impiego più quotato è certamente quello domestico, dove vengono proposte innovative TV con retroilluminazione LED, in abbinamento agli occhiali per la visione stereoscopica. Si tratta di apparati attualmente molto costosi e perciò destinati solo ad alcune fasce d'utenza e agli appassionati di tecnologie, disposti a spendere qualcosa in più per assicurarsi l'ultimo ritrovato tecnologico. I nuovi dispositivi offrono una visione immersiva dei contenuti HD appositamente studiati e consentono la visione da parte di più persone, utilizzando appositi ricevitori/trasmettitori e gli occhiali attivi di ultima generazione.
Oltre al campo relativo all'intrattenimento, alcuni produttori, come per esempio Nec, propongono le proprie soluzioni per la proiezione 3D, anche per ambienti professionali e per chi lavora con le immagini e le presentazioni itineranti. àˆ il caso dei videoproiettori NP115, NP210 e NP216, compatte unità DLP compatibili con gli occhiali del produttore (NP01GL DLP-Link 3D Glasses), distribuiti in appositi kit, o singolarmente. L'attrattiva di questo sistema di visualizzazione è forte e i campi di applicazioni sono diversi, dalla progettazione CAD/CAM e CAE, alla modellazione, alla simulazione 3D.