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Il montaggio video

Seguite questa guida pratica per realizzare un montaggio a regola d'arte.

Autore: Stefano Costa

Pubblicato il: 24/10/2007

Montare un video è non solo un problema squisitamente tecnologico, ma anche, se non soprattutto, stilistico. La qualità  finale del risultato non dipenderà  solo dai programmi e dalla qualità  tecnica dei filmati usati perchà© il tocco dell'autore è fondamentale. Non si parla solo di inclinazione artistica, anche se questa è fondamentale per dare quel "di più" che rende il filmato unico ed efficace, ma è anche una metodologia di lavoro. Un buono metodo non necessariamente fa risparmiare tempo, anche se spesso risulta efficace in questo senso. Ma senza dubbio permette di aumentare l'efficacia del risultato finale.
Gli anglosassoni lo chiamano workflow: una sequenza di operazioni da compiere una dopo l'altra, una alla volta.

[tit:Scrivere lo storyboard]
Che sia il filmato delle vacanze, un video musicale, un corso di apprendimento o quant'altro, un video serve per comunicare qualcosa. Occorre decidere come, e in che ordine. Se il video è breve, il tutto può rimanere come pura idea, ma scoprirete che mettere su carta la struttura del proprio lavoro aiuta non poco a chiarire le cose, e a farle risaltare meglio. I tecnici lo chiamano storyboard, un misto di disegni e testo che visualizzati sulla carta consentono di tenere sotto controllo il dipanarsi di una storia.

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Storyboard Realizzarne uno, per quanto molto semplice, consente di risparmiare tempo nelle fasi successive e di bilanciare meglio ogni sequenza audio/video

Non c'è alcun bisogno di essere raffinati: bastano degli appunti come i post-it al telefono, in tanti fogli separati. Il classico video delle vacanze, enormemente lungo, e avvicente solo per chi l'ha fatto, è un buon esempio di che effetto può fare un accorgimento così semplice. Se vi annoiate a scrivere pagine di roba, immaginate vederle. Non basta: rileggendo lo storyboard spesso scoprirete quanta differenza possa fare scambiare l'ordine temporale delle cose. Provate a vedere l'effetto che fa cambiare l'ordine dei fogli. Spesso la storia "viene fuori" da sola. Voi stessi la ricreate partendo dai singoli pezzi.

[tit:La preparazione del materiale] Che ci sia un'unica sorgente video cui attingere, come il citato filmino delle vacanze, o che vi sia effettivamente una serie di contenuti diversi, alla fine di questa fase si ottiene sempre una serie di "pezzi" che rispecchia i fogli dello storyboard. La divisione avviene in modo molto grezzo a questo stadio. Le transizioni da una scena all'altra verranno modulate e chiarite più avanti: qui si prepara semplicemente il materiale per i passi successivi. E' molto utile a questo punto dividere logicamente il materiale in tanti file diversi, e ancor più utile dare un nome e una struttura su disco a tale archivio. Dato che molto facilmente si supera la decina di pezzi distinti, diventa importante far in modo di ritrovare il video desiderato quando serve. Usate nomi di file descrittivi della scena, evitando abbreviazioni criptiche tipo "vacanze1". Usate piuttosto "VeneziaCanalGrandeInGondola". Dato che è molto probabile che il video venga completamente montato in più sessioni di lavoro, con un metodo del genere si evita di perdere molto tempo nel cercare quel che serve, e dedicarlo invece a fare qualcosa di utile. Senza contare che un pezzo che oggi vi sembra brutto domani può tornare molto utile, almeno se riuscite a ritrovarlo.

[tit:La transizione da una scena all'altra]
In questa fase si "incollano" i pezzi in maniera creativa. E' qui che si determina con esattezza il modo migliore per passare da una scena a quella successiva. In molti casi il modo in cui la transizione avviene può essere determinato a livello di storyboard. Non è tuttavia obbligatorio e spesso, neppure produttivo. Se nel passo precedente la divisione tra una scena e l'altra era molto grezza e puramente arbitraria, qui si lavora "di fino". Questa fase è molto interattiva: si prova e riprova un certo effetto fino a quando non "gira" bene. A seconda dei casi la transizione può essere estremamente semplice, tipo il semplice cambio di sequenza tra un filmato e l'altro, o qualcosa di molto elaborato, come la dissolvenza che "scopre" la sequenza successiva gradualmente. Non fatevi prendere la mano dall'effettistica offerta dai vari programmi. E' la storia che comanda: un effetto fuori posto interrompe la narrazione, e fa calare l'interesse dello spettatore. Questo non significa affatto che non ci debbano essere transizioni: anzi è esattamente l'opposto. Se l'azione descritta nel video si svolge in giorni diversi per esempio, le transizioni devono essere nette, così da rendere palese a chi guarda l'effettivo trascorrere del tempo.
[tit:Gli effetti]
Apparentemente il lavoro, una volta completata la scelta delle sequenze e le transizioni fra l'una e l'altra, sembra finito. In realtà  spesso, anche se non sempre, occorre operare dei cambiamenti sia all'interno di una singola scena, sia su più sequenze. Tipo l'effetto Antico mentre si riprende una macchina d'epoca, o se si vogliono aggiustare le condizioni globali di ripresa fatte per esempio con il brutto tempo e in condizione di luce sfavorevoli. Questo tipo di intervento è bene attuarlo dopo il montaggio, per due motivi fondamentali.

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Adobe Premiere Elements Molti sono gli effetti belli, ma è importante non farsi prendere la mano. Se non perfettamente contestualizzati rischiano di risultare palesemente marchiani

Il primo è che spesso queste operazioni si applicano allo stesso modo su scene diverse, ed è molto più facile farlo dopo aver creato il piano delle sequenze che non sulle singole sequenze. Il secondo è più sottile: è bene mantenere indipendente la struttura di base da quelli che sono chiamati più o meno correttamente "effetti speciali". Al pari del sale e del pepe, l'effettistica di un video è il condimento di un piatto già  cucinato, e va dosato con attenzione.

[tit:L'audio]
Questa fase, in parte proprio perchà© si porta a termine per ultima, è una delle più trascurate. Ed è sbagliato: un buon accompagnamento sonoro è importante tanto quanto la qualità  visiva. Paradossalmente è molto più difficile fare un buon accompagnamento sonoro che non un buon video. La colonna sonora tipo "aereoporto", la classica musica di sottofondo, è in genere fortemente irritante. Per contro, una musica troppo impegnativa "invade" il video. Non ci sono regole precise da seguire, se non il gusto personale o quanto si ha disponibile al momento della produzione. Controllate che il livello audio non ricopra un sonoro già  esistente, ed eventualmente è consigliabile filtrare o limitare i rumori ambientali se il video già  li contiene dalle fasi precedenti. Se il video prevede una sigla (iniziale e/o finale) valutate bene diverse possibilità . Ascoltare un CD o la radio mentre si produce il filmato aiuta a trovare la soluzione giusta, se non si ha un'idea precisa di cosa usare come sottofondo sonoro.

[tit:Titolazioni]
L'ultima fase consiste nell'apporre tutte informazioni testuali necessarie sul video prodotto. Spesso è un'operazione estremamente breve, visto che ci si limita a delimitare l'inizio e la fine del video stesso. Discorso a parte meritano le sottotitolazioni, cioè la trascrizione del parlato nel video.

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U-Lead Video Studio 11 Sui testi sono possibili gli effetti dinamici, come l'ingresso in tempi diversi di vari elementi di una scritta.
In questo caso particolare è meglio usare programmi adatti, dato che la quantità  di testo da scrivere è elevata ed occorre un'interfaccia comoda per farlo, mentre non sono affatto richiesti effetti. Adobe Premiere Elements 4.0 è il programma più potente in questo senso. In ogni caso tenete sempre presente che un testo, per prima cosa, deve essere chiaro da leggere. Non esagerate quindi con effetti dinamici come le animazioni che diminuiscono la comprensibilità  del messaggio, specialmente se il video che state realizzando contiene elementi testuali importanti.




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