A distanza di poche settimane dal
primo disco fisso SSD che abbiamo potuto provare,
Samsung propone il modello 256GB MLC SSD, caratterizzato da una capacità interessante per diversi ambiti operativi. Uno spazio disponibile all'utente di
256 GByte è infatti più che sufficiente per diversi utilizzi, sia in sistemi notebook, sia per ambienti di lavoro desktop. Naturalmente questa capacità , abbinata alla nuova tecnologia SSD, è da
privilegiarsi in ambienti di lavoro dove sono necessarie prestazioni e consumi contenuti, come appliance dedicati e server blade, per citare alcuni esempi.

L'unità in prova è realizzata in
formato 2,5", quindi adatta per ogni tipo di mansione e si caratterizza per il design estremamente lineare conferito dallo
chassis sigillato in materiale metallico. La tecnologia SSD permette di
eliminare ogni parte meccanica in movimento, come motore, testine e piatti, sostituendoli con moduli di memoria flash ad alte performance. Questo consente di
abbassare sensibilmente i consumi e la produzione di calore conseguente, oltre a i
nnalzare drasticamente le performance generali di lettura e scrittura. Per l'accesso alle celle di memoria viene fatto uso di un controller specifico, successivamente interfacciato al PC sfruttando la diffusa interfaccia Serial Ata 2.
[tit:Peculiarità ]Questo modello si distingue per l'adozione di un'interfaccia di comunicazione Serial Ata di seconda generazione e capace di un picco massimo di prestazioni di 300 MByte/s.
La massima velocità dichiarata da Samsung è di 220 MByte/s in lettura sequenziale e 200 MByte/s in scrittura sequenziale. Come detto, oltre ai vantaggi in termini di prestazioni,
la riduzione dei consumi è sensibile. In fase di funzionamento questo drive richiede una potenza di 1,5 W,
che scendono a soli 0,15 W in idle (la tensione di funzionamento è di 5 V).

L'unità supporta la tecnologia S.M.A.R.T. per il controllo dello stato di salute dei componenti ed è garantito per un MTBF di un milione di ore. Il disco è inoltre capace di sopportare vibrazioni e urti notevolmente superiori rispetto ai tradizionali dischi meccanici,
con shock che possono raggiungere i 1.500 G e vibrazioni sino a 20 G di picco.
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