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Il MOIGE lancia una nuova campagna contro bullismo e cyber risk

MOIGE: "I social si confermano come mezzi anche di disinformazione: la metà (50%) dei ragazzi nativi digitali ha creduto almeno una volta ad una fake news mentre solo il 18% verifica la fonte".

Autore: Redazione BitCity

Pubblicato il: 07/02/2020

In occasione del Safer Internet Day 2020, al via la nuova campagna nazionale del MOIGE “Giovani Ambasciatori contro Bullismo e Cyber Risk, in giro per l’Italia” presentata oggi, unitamente ai dati sul fenomeno, presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Hanno partecipato, tra gli altri, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, la Viceministra all’Istruzione, Anna Ascani, la Presidente Commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza, Licia Ronzulli Enzo Bianco, Presidente del Consiglio Nazionale ANCI.
La campagna è promossa in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, la Polizia di Stato, ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani, Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia e con il supporto di Enel Italia Spa, Trend Micro Italia e del Fondo di beneficenza Intesa Sanpaolo. 
Saranno circa 250 le scuole coinvolte in tutto il territorio nazionale, con oltre 62.000 studenti formati tramite incontri diretti e 1.250 Giovani Ambasciatori che diventeranno punto di riferimento all’interno delle scuole per segnalare casi bullismo fisico e online. Altrettanti docenti saranno informati tramite piattaforma online e durante gli incontri a scuola e circa 125.000 sono i genitori che saranno raggiunti dal materiale informativo.
Tra gli strumenti operativi: il Centro mobile di sostegno e supporto contro il cyberbullismo, la rete di oltre 3.000 Giovani Ambasciatori, il numero verde 800.93.70.70 e il servizio sms dedicato che risponde al numero 393.300.90.90.
Nel corso della conferenza stampa sono stati presentati, in anteprima, i dati dell’indagine “La dieta cyber dei nostri figli” coordinata dal Prof. Tonino Cantelmi dell’Università Europea di Roma, con un campione di ricerca costituito da oltre 2.500 minori tra i 5 e i 22 anni.
Dall’analisi emerge una generazione super tecnologica e iperconnessa. Il 22%  possiede almeno 5 devices come computer, tablet, pc portatile, smartphone e console e soltanto l’1,4% dei ragazzi non ha una connessione internet, mentre solo l’11,8% non usa i social.Si tratta quindi di un fenomeno sempre più presente e pervasivo, se consideriamo che 1 ragazzo su 2 (il 50%) rimane connesso da 1 a 3 ore al giorno e il 27,4% trascorre più di 3 ore al giorno immerso nel web, non accorgendosi del tempo trascorso per il 60% dei casi.
Preoccupa, inoltre, che il 37,7% attende con ansia il momento della connessione, il 40,5% non è tranquillo sapendo di non poter accedere a Internet e il 24,8% rinuncia spesso o sempre alle ore di sonno per rimanere connesso, mentre il 40%  prova un senso di delusione per l’assenza di notifiche.
La maggior parte dei giovani fa chiaramente fatica a separarsi dal proprio smartphone: il 70,5% non è stato un giorno intero senza il cellulare, il 61,9% ha provato ansia o rabbia non potendo accedere al proprio device e il 19,8% sostiene di non poter trascorrere nemmeno un’ora senza il proprio smartphone.
Inoltre i ragazzi dimostrano di sottovalutare le insidie di internet e, in particolare, il fenomeno del Online Grooming (adescamento virtuale). Basti pensare che ben il 71,2% (7 su 10) ha accettato l’amicizia di un estraneo su social, almeno una volta; il 21% dichiara di aver incontrato personalmente estranei conosciuti on line; il 19,3% ha dato loro il proprio numero ad un estraneo; l’8,1% dichiara di aver scambiato foto personali con un estraneo ma 1 ragazzo su 2 condivide foto di se stesso attraverso il proprio smartphone.
Collegato a questo è il fenomeno del 
“sexting”, che fa riferimento alla condivisione di selfie e video sessualmente provocanti o pornografici di se stessi o di persone conosciute personalmente. Questa forma di aggressione è rischiosa e può far seguito ad episodi di bullismo “reale” o esprimersi solo online.
Ancora una volta il web e i social si confermano come vero e proprio mezzo di disinformazione: il 19% si fida ciecamente dei contenuti che veicola il web, il 50%  ha creduto almeno una volta ad una fake news e solo il 18% verifica la fonte. In generale il 95,6%, possiede uno smartphone, inclusa la fascia di età più piccola, e lo utilizzano il 77% per la messaggistica istantanea, 67,6% per chiamare e un 50,5% per aggiornare i social e giocare. 

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