Bitdefender, leader mondiale nella sicurezza informatica, ha pubblicato il
Report globale 2021 Bitdefender: cybersecurity e comportamenti online che rivela come i consumatori di differenti fasce d'età e profili socio-demografici si comportino sulle più note e diffuse piattaforme, applicazioni e dispositivi, influenzando attraverso il loro modo di agire i rischi legati alla cybersecurity. I risultati mostrano la mancanza
di pratiche di base per la sicurezza dei dati,
la protezione dell'identità e la condivisione delle informazioni nonostante l'aumento delle minacce e l'accresciuta preoccupazione per il crimine informatico.
Il report, basato su un sondaggio che ha coinvolto più di 10.000 utenti internet consumatori in 11 paesi, esamina l'uso di piattaforme e servizi online molto diffusi, le abitudini personali in materia di sicurezza informatica, il livello di esposizione alle minacce.
Di seguito i risultati principali del Report globale 2021 Bitdefender: cybersecurity e comportamenti online:
Cybersecurity:
- Le cattive abitudini in materia di password sono ancora comuni - Il cinquanta per cento degli intervistati ha affermato di usare una sola password per tutti gli account online, e quasi un terzo (32%) usa solo poche password e le riutilizza su più account. Il 27% degli intervistati usa password semplici come 1234 per bloccare i propri telefoni cellulari e l'11% non li blocca affatto. L'uso di password semplici è più comune tra i giovani dai 18 ai 44 anni, e gli uomini hanno dichiarato di usare password semplici più delle donne (31%, rispetto al 23%).
- Molti non usano software di protezione contro le minacce informatiche sui telefoni cellulari - Sorprendentemente, quasi il 35% degli intervistati dichiara di non usare un software antivirus sui propri telefoni cellulari. Le ragioni più comuni citate per questo sono: il 30% crede che i telefoni cellulari non ne abbiano bisogno, il 22% pensa che sia troppo costoso e il 16% ritiene che la sicurezza sia integrata. Inoltre, una media del 41% non usa browser privati e più della metà (52%) non usa una VPN.
- Le truffe sui telefoni cellulari sono al primo posto tra le minacce - La maggioranza degli intervistati (61%) ha affermato di aver sperimentato almeno una minaccia informatica sul proprio telefono cellulare negli ultimi 12 mesi. Le truffe al cellulare con messaggi e chiamate non sollecitate sono state le minacce più frequenti rilevate nel sondaggio (36%), seguite da phishing (23%), violazioni di dati (12%), furto d’identità sui social network (11%), frodi finanziarie (9%) e ransomware (8%). Anche se pochi intervistati hanno sperimentato personalmente frodi finanziarie, questo tipo di minaccia si è classificata al primo posto tra le preoccupazioni degli utenti, con il 41% che ha dichiarato di esserne molto preoccupato. Il gruppo di età più turbato dalle minacce nel complesso è stato quello tra i 35 e i 44 anni, seguito da quello tra i 25 e i 34 anni.
- La mancanza di supervisione dei bambini pone rischi significativi per la sicurezza - I genitori sono stati interrogati su quanto controllino il tempo di navigazione su internet dei propri figli e le applicazioni installate. Sorprendentemente, l'indagine ha evidenziato che in media il 36% dei bambini accede senza alcuna supervisione a computer, telefoni cellulari e tablet. Gli Stati Uniti guidano la classifica nel sondaggio con un accesso non supervisionato che si avvicina al 50% rispetto a tutti gli altri Paesi che riportano meno del 40%.
- La maggioranza dei consumatori è molto esposta - Quando si analizzano tutti i comportamenti degli intervistati, dal riutilizzo delle password, al numero di account e servizi online, alla condivisione dei dettagli dell'account e alla mancanza di servizi di sicurezza sui loro dispositivi, quasi il 60% dei consumatori è risultato "esposto" o "piuttosto esposto". Solo l'11% degli intervistati potrebbe essere descritto come "al sicuro" in termini di pratiche di sicurezza informatica.
Comportamenti online:
- Smartphone usati più frequentemente per accedere ai servizi online - Quasi tre quarti (74%) degli intervistati accedono principalmente ai servizi online utilizzando uno smartphone personale, di cui il 61% con sistema operativo Android. I laptop personali sono al secondo posto al 45%, seguiti dalle Smart TV al 30% e dai desktop personali al 28%. Quasi un quarto (23%) riferisce di usare almeno un dispositivo fornito dall’azienda per accedere agli account online personali.
- La maggior parte degli intervistai ha account per i social media e lo shopping online - Il 63% dei partecipanti coinvolti nel report ha riferito di avere un account social media e il 54% un account per lo shopping online. Gli altri servizi più utilizzati sono lo streaming video (40%), le piattaforme di telecomunicazione e per la salute (29%) e i servizi di pubblica utilità (28%).
- L'età e il genere influenzano i comportamenti sulle piattaforme digitali - Con una media di otto piattaforme online utilizzate per ogni intervistato, sono state rilevate differenze fondamentali tra gruppi di età e sesso in merito alle prime tre piattaforme utilizzate (Facebook, WhatsApp e Gmail). Con il 51%, l'utilizzo di Facebook da parte delle donne è superiore a quello degli uomini (42%). La fascia d'età 35-44 anni utilizza WhatsApp il 21% in più rispetto ai 18-22enni che hanno anche il 26% in meno di probabilità di usare Gmail rispetto ai 55-65enni.
- La maggior parte degli utenti comprende le impostazioni della privacy - Un dato positivo sulla privacy online mostra che la maggior parte degli utenti (51%) sa come cambiare le impostazioni per la privacy del browser internet e il 46% legge le policy sulla privacy quando registra nuovi account. Tuttavia, il 46% dichiara anche che non ama scegliere nuove password per ogni nuovo account e il 38% non apprezza le richieste di utilizzo dell'autenticazione a più fattori.
- Le informazioni di identificazione personale vengono comunemente condivise - I dettagli di identificazione personale, tra cui il nome, la data di nascita e anche l'indirizzo fisico sono comunemente condivisi online, con gli uomini che sono più propensi a condividere i loro dettagli rispetto alle donne. Il sesso è il dettaglio più comunemente condiviso con il 54% degli intervistati che lo condivide sempre o quasi, seguito dal nome (43%), dall'indirizzo email personale, dalla data di nascita (40%) e dall'indirizzo fisico (29%). I giovani adulti tra i 18-24 anni sono più propensi a condividere le loro informazioni personali rispetto agli altri gruppi di età.
Italia: principali risultati
Piattaforme e servizi utilizzati
Gli utenti di Internet hanno una media di 8 account sulle piattaforme online, i più utilizzati sono WhatsApp e Facebook. Inoltre, eBay è tra i siti visitati più frequentemente. In termini di differenze di utilizzo tra i gruppi di età i giovani nella fascia 18-24 anni usano più piattaforme di social media (Instagram & Tik-Tok), quelli della fascia 25-34 anni utilizzano più Instagram e Netflix mentre quelli della fascia 45-65 anni usano Gmail e Facebook (55+ anni). WhatsApp, Instagram e Snapchat sono più utilizzate dalle donne rispetto agli uomini che preferiscono YouTube.
Gestione dei dispositivi
I consumatori utilizzano regolarmente più dispositivi per le attività online e solo il 16% usa un dispositivo di lavoro per accedere ai propri account. Il tipo di dispositivo più utilizzato è il telefono cellulare, prevalentemente con sistema operativo Android.
Gestione degli account online
Per gestire i dettagli dei loro account, le persone usano diversi metodi: più della metà degli intervistati dichiara di non avere un programma per gestire i propri account e di non condividere i dettagli del proprio account con nessuno. Il tipo di account più condiviso è quello per lo streaming video (51%), seguito dal noleggio auto (43%, comunque usato da pochi) e dall'account delle compagnie aeree (37%).
Minacce e vulnerabilità
Negli ultimi 12 mesi, la metà degli intervistati è entrato in contatto con almeno una minaccia - per la maggior parte messaggi/chiamate truffa sul cellulare (28%) e tentativi di phishing (23%). Le potenziali frodi finanziarie generano la maggior parte delle preoccupazioni (47%) soprattutto nella fascia di età 25-34 anni. Tale dato può spiegare perché la maggior parte degli intervistati non è disposta a condividere il numero di carta di debito o di credito quando gli viene chiesto da fornitori online (64%). Il software antivirus non viene usato da quasi un quarto degli utenti (26%) sul dispositivo mobile principale (sia telefono che tablet).
La maggior parte degli intervistati considera le soluzioni di sicurezza un programma non necessario per il telefono cellulare e troppo costoso. Il 23% degli utenti usa una password semplice per gli account online mentre il 22% non protegge adeguatamente il proprio cellulare, perché usa una password semplice o non ha affatto una password. In base al numero di servizi/prodotti di sicurezza online impiegati, utilizzano la stessa password su tutte le piattaforme, condividendo i dettagli dell'account con familiari/amici (54%).
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