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Deloitte: internet banking al 55% della popolazione italiana nel 2024

Nel 2024 il mobile banking è stato utilizzato da circa 6 utenti su 10 e si prevede in crescita fino all’80% entro il 2029, a fronte di 1 utente su 2 che visiterà la filiale.

Autore: Redazione BitCity

Pubblicato il: 09/05/2025

Sebbene siano sempre più diffusi i comportamenti digitali nella vita di tutti i giorni degli italiani, il tasso di utilizzo dell’internet banking rimane inferiore alla media europea: secondo Eurostat, nel 2024 solo il 55% degli italiani accede ai servizi bancari digitali evidenziando un ritardo, secondo Deloitte, di circa 6-8 anni rispetto a Paesi come Francia e Spagna, e uno ancora più ampio con quelli più virtuosi come Danimarca e Finlandia.

La diffusione del digital banking in Italia è trainata dal canale mobile, con circa il 60% degli utenti che nel 2024 hanno utilizzato servizi di mobile banking – un numero destinato a crescere fino all’80% nel 2029 a fronte di una riduzione delle visite in filiale (65% nel 2024, in contrazione fino al 50% nel 2029).

Queste alcune delle principali evidenze emerse dalla sesta edizione del Digital Banking Maturity di Deloitte, il più grande studio globale sul settore bancario digitale basato sull’analisi di un campione di quasi 350 banche attive in 44 Paesi – di cui 22 in Italia - e un’indagine demoscopica internazionale con oltre 4.400 rispondenti.

Lo scorso anno circa il 95% dei trasferimenti bancari è stato effettuato tramite canali digitali (di cui il 65% tramite App mobile), il comparto bancassicurativo ha registrato il 50% delle polizze sottoscritte online, e il 40% delle relazioni tra clienti e promotori finanziari in ambito gestione patrimoniale è avvenuta in modalità virtuale. La forte propensione verso soluzioni interamente digitali si registra anche per i prodotti bancari generalmente più complessi afferenti al comparto del credito. Il 30% di prestiti nel 2024 è stato sottoscritto online (dei quali il 45% da app mobile), ed è atteso in forte crescita fino a raggiungere volumi pari a circa 44,3 miliardi di euro al 2029, fortemente trainati da prodotti di credito più semplici quali prestiti personali e finalizzati. I mutui sono il prodotto con la minore penetrazione digitale (ovvero solo il 15% nel 2024), rallentati dalla complessità burocratica e dalla preferenza dei clienti per il supporto consulenziale de visu.

Le banche tradizionali in Italia, che a fine 2023 erano circa 390, hanno registrato una lieve crescita dei depositi diretti da clientela, con un CAGR (tasso di crescita annuo composto) del +4% tra il 2019 e il 2023. Queste banche procedono nel percorso di razionalizzazione della copertura territoriale, prevedendo una riduzione del -20% tra il 2024 e il 2029, attestandosi a circa 16 mila filiali nel 2029. Come emerge dal report di Deloitte, i player bancari tradizionali focalizzano sempre più gli investimenti in ambito tecnologico, anche attraverso lo sviluppo diretto di soluzioni bancarie digitali: oltre il 35% delle banche europee ha investito nello sviluppo di una Digital Bank o FinTech negli ultimi anni e 3 banche su 4 hanno pianificato di intensificare gli accordi di collaborazione con FinTech verticali. Persiste la caccia ai talenti “tech” attraverso programmi mirati di formazione e ricerca di profili con competenze verticali per massimizzare gli investimenti in ambito tecnologico, la cui carenza impedisce la piena valorizzazione dell’innovazione tecnologica per circa il 74% delle istituzioni finanziarie.

Le neobank, banche native digitali, continuano ad attrarre utenti. A fine 2023 in Italia se ne contano circa 20 in attività, con tassi di crescita a doppia cifra: il CAGR 2019-2023 per i depositi diretti da clientela risulta pari a circa il +50%, a fronte del +4% registrato per le banche tradizionali. Secondo Monitor Deloitte, questo fenomeno si inserisce all’interno di un percorso evolutivo tipico delle neobank orientato alla scalabilità – raggiunta in media in 7 anni di operatività – nel quale si possono riconoscere 3 principali stadi evolutivi focalizzati rispettivamente su: attrazione della clientela, monetizzazione e diversificazione su segmenti e prodotti più complessi.

Nello studio Deloitte, attraverso l’indicatore Digital Banking Maturity score (DBM score) – che pondera la rilevanza delle oltre 1.000 funzionalità esaminate anche rispetto al livello di importanza espresso dai circa 4.400 rispondenti all’indagine demoscopica – le banche vengono suddivise in base al rispettivo livello di maturità digitale nei seguenti quattro gruppi: Digital Latecomers, Digital Adopters, Digital Smart Followers e Digital Champions.

A livello generale le banche italiane, che si posizionano sopra la media globale, hanno mantenuto pressoché costante il loro livello di maturità digitale rispetto alle precedenti edizioni, ad eccezione dei campioni digitali che invece si dimostrano in continua evoluzione (aumentando del +5% il loro DBM score rispetto al 2020). Quest’ultima categoria, infatti, identifica le migliori 40 banche globali – tra cui 3 italiane – che offrono un'ampia gamma di funzionalità digitali ritenute rilevanti dai clienti e una user experience di livello superiore rispetto ai competitor, delineando i trend evolutivi del digital banking.



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