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Studio: 82 milioni di smartphone inutilizzati in Italia sono idonei al ricondizionamento

Fraunhofer Austria & refurbed pubblicano la terza parte della ricerca congiunta sull’impatto del ricondizionamento dei dispositivi elettronici.

Autore: Redazione BitCity

Pubblicato il: 29/05/2025

refurbed, marketplace di prodotti ricondizionati, ha presentato i risultati di un nuovo studio condotto dall’organizzazione di ricerca Fraunhofer Austria per conto dell’azienda, con l’obiettivo di misurare il potenziale economico ed ecologico nascosto nei milioni di smartphone abbandonati nei cassetti delle case europee.

I risultati dimostrano che in Europa sono accantonati più di 642 milioni di vecchi dispositivi, di cui 211 milioni sono ancora validi per essere reimmessi sul mercato, evitando la produzione di nuovi dispositivi. Solo in Italia, ci sono 82 milioni di dispositivi inutilizzati, più di 26 milioni dei quali potenzialmente rigenerabili. Su incarico di refurbed, Fraunhofer Austria ha raccolto questi dati e calcolato anche la quantità di materie prime e il valore dei materiali attualmente inutilizzati in Europa, mostrando come queste risorse potrebbero parzialmente coprire il fabbisogno europeo di metalli, terre rare e altri materiali critici.

Lo studio esamina anche come un cambiamento nei comportamenti dei consumatori – orientato al riutilizzo, alla riparazione e al ricondizionamento – possa influenzare la domanda di risorse nei prossimi anni.

Secondo l'indagine, il solo valore dei metalli contenuti negli smartphone dismessi e inutilizzati si aggira intorno a 1,6 miliardi di euro (sulla base dei prezzi delle materie prime a febbraio 2025). Infatti, anche se in ogni singolo smartphone sono presenti solo pochi grammi di materie prime pregiate, l’enorme quantità di 642 milioni di dispositivi dismessi nell’UE si traduce complessivamente in quantità considerevoli. In totale, questi dispositivi contengono oltre 41.000 tonnellate di metalli. Tra questi si trovano numerose “materie prime critiche” (Critical Raw Materials), come le terre rare, e “materie prime da conflitto” (Conflict Materials), come stagno, tungsteno e oro.
La disponibilità di queste risorse è fortemente limitata, sia a causa della scarsità naturale, sia per via delle dipendenze geopolitiche dalle regioni che le estraggono, mettendo così l’UE in una posizione di forte vulnerabilità strategica nei confronti dei fornitori globali. (Se si considera, inoltre, che per dispositivi con un’età compresa tra i 2,8 e i 4 anni si possono ottenere in media 100 euro tramite programmi di riacquisto, il valore di mercato potenziale totale raggiunge circa 6,42 miliardi di euro).

Valore delle materie prime
Il valore delle materie prime contenute negli smartphone dismessi in Europa è stimato in circa 1,6 miliardi di euro (valore aggiornato a febbraio 2025). Questi dispositivi contengono una quantità significativa di risorse critiche:
  • 8.916 tonnellate di cobalto – equivalenti alla quantità necessaria per 1 milione di batterie per auto elettriche.
  • 18 tonnellate di oro – sufficienti per realizzare 4,5 milioni di fedi nuziali.
  • 222 tonnellate di magnesio – pari a quello utilizzato in 1,48 miliardi di lattine.
  • 1,8 tonnellate di palladio – equivalente al contenuto di 900.000 catalizzatori per automobili.
Scenari ipotizzati per il futuro:
Per comprendere come un cambiamento nel comportamento dei consumatori potrebbe impattare positivamente sulla tutela delle materie prime, lo studio presenta tre scenari alternativi:
  • Raddoppio della durata d’uso dei dispositivi: un allungamento significativo del ciclo di vita degli smartphone porterebbe a una riduzione del 38% nella domanda di nuovi dispositivi nel periodo analizzato.
  • Ricondizionamento dell’intero stock di dispositivi dismessi: se tutti gli smartphone ricondizionabili oggi conservati nei cassetti venissero effettivamente rigenerati e reimmessi sul mercato, non sarebbe necessario produrre nuovi dispositivi per un periodo di 2 anni e il numero di dispositivi non utilizzati in Europa si ridurrebbe del 25%.
  • Combinazione dei due scenari: Se i dispositivi ricondizionabili venissero reimmessi in circolazione e, contemporaneamente, si raddoppiasse la durata di utilizzo degli smartphone, l’Unione Europea potrebbe coprire interamente il proprio fabbisogno di materie prime critiche nel settore smartphone per un periodo di 3 anni, senza dipendere da fornitori esterni.
Inoltre, la realizzazione combinata dei due scenari potrebbe far risparmiare all’UE 24 milioni di tonnellate di CO₂ equivalenti e 8,5 miliardi di metri cubi di acqua - equivalente al consumo annuo di acqua virtuale di oltre 165 milioni di persone - nei prossimi tre anni.


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