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Cina, cittadini e aziende si ribellano alla censura di internet

In Cina cresce il malcontento per la decisione del governo di dotare i Pc di un software che blocchi determinati siti. I cittadini e le aziende criticano il provvedimento, che però, stando alle ultime dichiarazioni del governo, dovrebbe riguardare solo i computer presenti nelle scuole.

Autore: Redazione D. Life

Pubblicato il: 10/06/2009


Gli internauti cinesi si ribellano contro la decisione del governo di dotare i computer di un software blocca-siti, resa nota qualche giorno fa.
In un sondaggio pubblicato recentemente dal Beijing Times, l'83% degli interpellati ritiene che l'installazione del software “Green Dam-Youth Escort” comporti una violazione della privacy; il 93% dichiara di non essere intenzionato a pagare un costo addizionale per il programma, e il 75% è scettico sulla sua utilità  ed efficacia.
I cittadini cinesi non sono i soli a rifiutare l'ingerenza dello stato nella libertà  di navigazione: un comunicato congiunto stilato da alcune grandi aziende informatiche, tra cui Information Technology Industry Council, Software & Information Industry Association, Telecommunications Industry Association e TechAmerica, chiede al governo di Pechino di rivedere il provvedimento.
Le autorità  si sono difese affermando che il filtro, il cui unico scopo è la lotta alla pornografia, verrà  applicato solo ai computer presenti negli istituti scolastici.
Cresce in ogni caso la preoccupazione riguardo alla libertà  di navigazione nella nazione asiatica, da sempre soggetta ad uno stretto controllo e alla censura da parte del governo.

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