Nel terzo millennio, epoca ormai in larga parte dominata dalla tecnologia e dalle potenzialità illimitate della rete internet, la guerra si combatte anche online. Stando alle ultime indiscrezioni, infatti, gli
attacchi informatici che hanno recentemente colpito la
Corea del Sud e gli
Stati Uniti sarebbero riconducibili ad una dimostrazione di forza della
Corea del Nord.
Il governo di
Pyongyang, dopo i test nucleari e il lancio di missili balistici degli scorsi mesi, avrebbe deciso di
trasferire online la provocazione verso gli stati rivali.
Gli attacchi informatici in questione, riconducibili alla categoria
Denial of service (DoS), hanno interessato alcune decine di siti di importanza strategica in entrambi i paesi: tra gli altri, i portali di Casa Bianca, Nasdaq e Washington Post in America e della Blue House (residenza del presidente), del Parlamento, della Federal Trade Commission e del Ministero della Difesa in Sud Corea. I portali governativi sono rimasti irraggiungibili per diverse ore, sia dall'interno che dall'esterno dei paesi interessati.
Ad accusare la Corea del Nord sono soprattutto i
servizi segreti della Corea del Sud, mentre il governo statunitense non si è ancora pronunciato ufficialmente in merito alla questione. E la società di web security sudcoreana
AhnLab avverte che gli attacchi sono molto probabilmente destinati a ripetersi nei prossimi giorni.
Oltre a paventare l'ipotesi di una nuova "guerra fredda" a colpi di bit, questi eventi pongono ancora una volta l'accento sulla
necessità di proteggere le reti informatiche, su cui al giorno d'oggi viaggiano informazioni di vitale importanza per i governi e i privati cittadini di tutto il mondo.
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