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Assinform, più investimenti nel settore IT

E' stata presentata a Milano la 3° indagine congiunturale Assinform e il neo presidente, Paolo Angelucci, ha commentato i risultati: oltre il 70% delle imprese italiane sta tagliando i budget IT, mentre al contrario si dovrebbe investire in questo settore per aumentare il livello di resistenza alla crisi e aprire nuove percorsi di crescita.

Autore: Redazione D.Life

Pubblicato il: 22/07/2009


“Occorre mettere in campo sia misure urgenti per sostenere il settore dell'Information Technology, per il quale nella seconda metà  del 2009 i contraccolpi della crisi globale si faranno sentire in modo pesante, sia una politica strategica di sviluppo della domanda It e valorizzazione delle sue filiere, per aprire nuove opportunità  di crescita all'economia italiana”. E' quanto affermato da Paolo Angelucci, alla sua prima uscita pubblica quale neo presidente di Assinform, l'Associazione Nazionale dell'Information Technology aderente a Confindustria, nel presentare a Milano i risultati della “3° terza indagine congiunturale” svolta su un campione rappresentativo di imprese associate.
“La nostra indagine – ha precisato Angelucci – evidenzia come sia in atto una generale e forte riduzione dei budget IT che oggi interessa oltre il 70% delle imprese italiane dell'industria e dei servizi, che stanno sia rinunciando a investire in nuovi progetti It, che rinviando a tempi migliori il rinnovo del parco tecnologico. Ciò è destinato ad avere importanti ripercussioni sul nostro settore. Ci attendiamo infatti che il calo del trend di crescita scenderà  ben oltre il - 5,9% previsto a febbraio. Ma le conseguenze del fenomeno vanno valutate a più ampio raggio. Esiste una correlazione tra investimenti IT e crescita della produttività  e competitività  del sistema economico. L'Italia vive questa correlazione in termini assolutamente deficitari, considerando che spende in Information Technology circa il 40% in meno di quanto spendono Regno Unito, Germania, Francia e Spagna. Si tratta di una caratteristica strutturale negativa dell'economia italiana alla base delle nostre difficoltà  competitive e della crescita zero del trend nazionale della produttività . A fronte di questi dati non possiamo non esprimere allarme e preoccupazione, sottolineando innanzitutto la necessità  di mettere in campo interventi urgenti per sostenere la domanda IT e creare le premesse per un rinnovato sviluppo. Nell'immediato, da una parte ribadiamo la necessità  di estendere alle tecnologie digitali la detassazione degli utili delle imprese che investono in macchinari, misura prevista nel decreto anti-crisi (tremonti-ter), oggi in Parlamento per la trasformazione in legge. Dall'altra ci rivolgiamo al mondo del credito affinchà© si aprano specifiche linee di finanziamento per agevolare gli investimenti in tecnologie digitali da parte delle imprese industriali e di servizi”.Rispetto ai risultati dell'indagine svolta a febbraio, questa terza rilevazione ha messo in evidenza una situazione in rapido peggioramento. La restrizione degli ordinativi e il calo del fatturato riguarda oltre il 50% del campione. Un quarto delle imprese interpellate prevede una diminuzione dell'occupazione dipendente e un minor impiego di consulenti. Ciò significa che si sta riducendo la quantità  di lavoro appaltata dai committenti più grandi verso le imprese più piccole, con ripercussioni occupazionali in realtà  più ampie di quanto si possa oggi valutare, non solo in terminidimensionali, ma qualitativi, data la natura dell'IT, il cui patrimonio è la forza lavoro intellettuale altamente qualificata.
“Se la crisi sta imponendo alle imprese la scelta di tagliare sui costi - ha concluso il Presidente di Assinform - al fine di non tagliare anche le opportunità  per uscirne il più rapidamente possibile e riprendere la via dello sviluppo, è necessario poter distinguere fra costi e investimenti, fra spesa corrente e spesa per crescere. L'investimento in Information Technology non è un costo, è un fattore strategico di accelerazione della crescita e di modernizzazione, e allo stesso tempo, di risparmio, perchà© migliora l'efficienza dei processi e delle perfomance. Il Paese deve essere messo nelle condizioni di investire di più in Information Technology per aumentare il suo livello di resistenza alla crisi e aprire nuove percorsi di sviluppo.”.

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