E' probabile che il caso determini un precedente e che vi siano ripercussioni sul modo di concepire la libertà di espressione e il diritto alla privacy online.
Il fatto è avvenuto negli Stati Uniti: una modella canadese,
Liskula Gentile Cohen, è stata oggetto di critiche pesanti e
insulti volgari sul blog "
Skanks in Nyc".
La Cohen ha immediatamente richiesto a
Google, che ospitava il
dominio del blog, di svelare l'identità del blogger, ma Google si è rifiutata. La modella si è quindi rivolta alla corte e il
giudice di Manhattan Joan Maden ha deliberato l'obbligo, per il Gigante di Mountain View, di rendere note le generalità dell'autore del blog. Nonostante i legali di Google abbiano richiamato la
tutela della privacy, il giudice ha distinto la
libertà d'espressione dalla possibilità di insultare un individuo e ha richiesto il
blocco del blog. Inoltre Google ha dovuto risalire mediante l'
indirizzo Ip, all'
identità del blogger.
Da quanto emerso fino ad ora, sembra che l'anonimo autore delle frasi offensive, sia una donna, una conoscente di Liskula Gentile Cohen, probabilmente ossessionata dalla bellezza e dalla fama della modella. La gelosia e l'invidia non sembrano essere attenuanti per aver scritto le contestate frasi.
Google, da suo canto, ha tenuto a precisare di avere a cuore la
privacy dei propri utenti, ma che ciò sia differente dal consentire il "
cyberbullismo": il Gigante di Mountain View ha inoltre sottolineato che svelerà in futuro le generalità degli utenti, solo in caso di esplicita
richiesta di un tribunale.
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