Dopo le controverse
dichiarazioni attribuite a
Steve Jobs, è arrivato un altro rumor che potrebbe rinforzare i sospetti circa una
manovra anti-Google più strutturata da parte di
Apple. Sembra infatti che la società abbia deciso di
rimuovere ogni riferimento ad Android sulle applicazioni presenti nell'
App Store, pena l'esclusione dalla vetrina online.
Lo
sviluppatore di un'applicazione chiamata "
Flash of Genius", nome derivato da una delle app finaliste dell'
Android Developer Challenge, non ha potuto sfruttarne il posizionamento per fini di
marketing sull'App Store. Ora, è davvero necessario? Se l'
Android Market è diventato quello che è, potrebbe anche essere colpa – o merito – di Apple e della sua
politica di controllo sulle applicazioni.
Il
processo di revisione è molto rigoroso e sostanzialmente si basa su due aspetti: assicura la qualità dell'App e "inchioda" gli sviluppatori. Proprio gli sviluppatori sono quelli che rendono l'App Store un business ben funzionante e, trattandoli in questo modo, Apple non potrà che perderci. Ad esempio, immaginiamo uno sviluppatore che impieghi 6 mesi per creare un'App per
iPhone, ad un eventuale rifiuto di Apple cosa lo spingerebbe a sprecare altro tempo per una nuova applicazione? L'assenza di un programma di controllo non è una risposta e proprio la revisione è ciò che mantiene alta la qualità delle applicazioni.
Ora, com'è possibile unire un iter di controlli ad una linea guida non troppo costrittiva? Con un
approccio ibrido, forse. Un possibilità è quella di permettere alle persone di sottoporre e scaricare applicazioni a prescindere dall'
approvazione ufficiale di Apple. Quelle "approvate" (da Apple o, meglio ancora, dalla comunità ) dovrebbero essere incluse in una
sezione "premium". Quelle senza approvazione dovrebbero invece essere forzatamente gratuite, mentre quelle "premium" sarebbero obbligate ad essere a pagamento, partendo, ad esempio, da una cifra minima ad esempio. Questo prezzo imposto renderebbe felici gli sviluppatori, che non si ritroverebbero a competere su applicazioni gratuite. E se ogni App geniale costasse almeno un minimo gli utenti si abituerebbero e i validi sviluppatori di applicazioni per Android comincerebbero a guadagnarci. Sarebbe, forse, un modello migliore.
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