"Le corti di tutto il paese hanno costantemente sentenziato che qualsiasi regolamento sui computer e i videogames che si basi sui contenuti è incostituzionale. Una ricerca mostra che il pubblico è d'accordo che i videogiochi debbano essere tutelati come i libri, i film e la musica": questo è quanto dichiarato da
Michael Gallagher, presidente e direttore dell'
Entertaiment software association, in merito alla controversia con lo
stato della California.
Una legge californiana, infatti, ha attirato le ire di diverse società di produzione dei videogiochi, di distributori e venditori, in primis l'Entertaiment software association, che unisce la Disney interactive studios, l'Electronic arts, la Microsoft e la Sony computer entertainment America.
La legge è in vigore dal 2005 e prevede il divieto di vendere ai minori di 18 anni tutti i
videogiochi violenti, ritenendoli "palesemente offensivi" e privo
valore educativo.
Una corte aveva bocciato tale
provvedimento, ritenendolo
incostituzionale e la disputa è giunta ora alla
Corte Suprema Usa che, entro ottobre, dovrà prendere una decisione in merito all'attuabilità della legge californiana.
Un parere che inciderà notevolmente sul mercato dei videogames nello stato della California e non solo: la
sentenza potrebbe essere impugnata anche da altri stati Usa dinanzi a dispute similari.
Occorre solo attendere i prossimi mesi per comprendere se la tutela della
libertà individuale collimerà o meno con la
tutela dei minori.
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