Un gruppo di ricercatori della
Duke University, della
Pennsylvania University e degli esperti
Intel Labs hanno sviluppato un software che monitora il modo in cui le varie
App per Android gestiscono i
dati personali dell'utente che le scarica.
In particolare il programma si è concentrato su eventuali
"invii" sospetti di
numero di telefono, seriale della
SIM card e
posizione GPS del device.
Il software in questione è stato battezzato
TaintDroid e la successiva prova effettuata "sul campo" ha portato alla luce risultati inquietanti. Tra le
385 App più scaricate dall'Android Market gli esperti ne hanno selezionate
30, per poi sottoporle al test con TaintDroid.
Ebbene, circa la metà dei software ha mostrato delle gestioni "sospette" dei dati personali dell'utente: delle 30 App prese in esame,
15 procedevano ad inviare informazioni (teoricamente) riservate verso server legati al
mondo pubblicitario.
La natura di queste informazioni, in particolare, comprende numero di telefono, seriale della SIM card e posizione GPS dello smartphone. Il tutto con una frequenza di aggiornamento anche di
30 secondi: in sostanza, ad esempio, le coordinate GPS vengono inviate a server di terzi ogni mezzo minuto.
Un vero e proprio
"pedinamento" digitale.
E il team di TaintDroid sottolinea la
poca "trasparenza" nel modo in cui le App gestiscono i dati dell'utente: una volta che quest'ultimo scarica un software non può sapere se e quali dati possono venire spediti a server di terze parti.
Questo problema, poi, riguarderebbe anche le App presenti sull'
App Store di Apple. Dal
report stilato dagli esperti si può trarre la conclusione che
nessun software è sicuro e, prima di installare nuove App, l'utente farebbe bene a pensarci due volte.
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