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Google Street View, volete la privacy? Basta spostarsi...

Street View continua ad essere al centro delle polemiche. Questa volta a destare scalpore sono state le dichiarazioni del CEO di Google, Eric Schmidt. Il tutto a poche ore dall'ammissione che le automobili di BigG avrebbero archiviato altri dati oltre a quelli delle reti Wi-Fi.

Autore: Redazione D.Life

Pubblicato il: 27/10/2010

Dopo le numerose polemiche sollevate dal servizio Street View e dopo la stessa ammissione che le automobili impiegate nella mappatura fotografica delle strade avrebbero raccolto anche altri dati provenienti non solo dalle reti Wi-Fi, Eric Schmidt, CEO di Google, incappa in una dichiarazione poco felice.
Intervistato dalla CNN sul problema, Schmidt si è lasciato scappare che se si vuole essere sicuri della propria privacy al passaggio delle automobili...basta spostarsi.
google-street-view-volete-la-privacy-basta-spostar-1.jpgEcco le sue parole: "le automobili di Street View passano solo una volta[…]basta spostarsi al loro passaggio per essere sicuri di non avere, in seguito, nessun problema". 
Il CEO ha poi continuato affermando che la sua azienda è sempre attenta a non trattenere informazioni relative alla posizione delle persone. Se questo non è un clamoroso autogol, beh ci manca ben poco: le automobili di Street View raccolgono informazioni anche sulle persone? Chiaramente a questa precisazione il buon Eric ha evitato di rispondere.
Nelle ultime ore inoltre un altro portavoce di Google ha avuto modo di distinguersi per delicatezza e umiltà  nelle dichiarazioni rilasciate. L'uomo ha affermato che chiunque può richiedere l'eliminazione della propria abitazione dalle immagini presenti nel servizio.
Ma non è un ribaltamento della normale prospettiva dello stato delle cose? Le riprese non autorizzate diventano un diritto, mentre sono le persone interessate a cercarsi in Street View per poi comunicare a Google l'intenzione di rimuovere le immagini incriminate.
A dare un peso ancora maggiore a queste dichiarazioni sono anche le ultime ammissioni del colosso di internet, che messo alle strette, ha dichiarato di aver collezionato dati sensibili, come indirizzi di posta elettronica e le relative password, al passaggio delle automobili.

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