
La Corte Distrettuale di New York, presieduta dal
giudice Kimba Wood, ha finalmente messo al parola fine sulla vicenda del programma per il download P2P
LimeWire, imponendone la
chiusura.
Il contenzioso tra LimeWire LCC e la
RIAA, Recording Industry Association of America, dura da ormai 4 anni ed era arrivato, pochi mesi fa, a una sentenza di
violazione dei diritti di copyright per i produttori del software.
Il gruppo LimeWire non è poi riuscito a difendersi nell'ultima udienza di giugno, che si è conclusa con la decisione del giudice Wood di
impedire l'accesso degli utenti al sito del programma.
L'ingiunzione si basa sulle forti accuse di cui è colpevole LimeWire, messe sul tavolo dalle major discografiche. Il programma avrebbe causato
ingenti perdite di guadagni alle case discografiche, e a beneficiarne sarebbero stati solamente i produttori di LimeWire.

Il programma, che sfrutta la rete
Gnutella, è stato definito una vera e propria
minaccia al diritto d'autore che incitava e
favoriva il download di file protetti da copyright.
Dopo
Napster,
Wazaa e adesso anche LimeWire, le case discografiche dovranno rimboccarsi le maniche e attaccare decine di altri programmi per lo scambio di file P2P, senza contare la sempre crescente popolarità dei
Torrent, ormai utilizzati su larga scala.
LimeWire, creato 10 anni fa da
Mark Gorton, si ritrova oggi senza il suo principale servizio, ma ha già un futuro davanti a sà©. Secondo la portavoce del gruppo,
Tiffany Guarnaccia, LimeWire potrebbe sviluppare una nuova applicazione per il download autorizzato dei file, in
collaborazione con l'industria discografica.
LimeWire si prepara così a rientrare nella legalità , mentre in rete continuano a circolare file illegali scambiati con le
versioni già scaricate del programma, che funzionano in maniera autonoma.
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