Nei mesi passati un gruppo di utenti avevano intentato una
class action contro Google, accusando la società di violare la privacy con il suo servizio
Google Buzz. La società di Mountain View aveva avanzato una prima proposta di
rimborso monetario di 8,5 milioni di dollari, ma è di poco fa la notizia della modalità con cui BigG vuole pagare. L'intenzione di Google è quella di utilizzare il denaro per la costituzione di un
fondo che andrà a finanziare organizzazioni per la tutela della privacy personale e della sicurezza informatica.
Cattive notizie, quindi, per tutti coloro che avevano mosso la class action: per loro
Google non ha proposto alcun tipo di risarcimento, motivando la decisione con l'impossibilità di stabilire con certezza l'
entità dei danni provocati da Google Buzz ai singoli utenti.
Google ha anche inviato a tutti i suoi utenti americani una
e-mail spiegando la sua proposta di accordo e, in definitiva, scusandosi pubblicamente. La proposta di Mountain View salverebbe quindi l'
immagine dell'azienda, lasciando però
in sospeso le richieste dei singoli utenti protagonisti della class action.
Queste persone avranno tempo fino al
31 gennaio del 2011 per ritirarsi dalla causa, mantenere la propria posizione o fornire nuovi elementi ai giudici.
àˆ infatti fissata per quella data una
nuova udienza in cui la corte californiana di
San Josè dovrà decidere se la proposta di Google sia accettabile o se la società debba pagare anche degli indennizzi come richiesto dagli avvocati della class action.
Tra Google Buzz e
Street View, i problemi di Mountain View con la privacy sembrano non finire mai.
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