Da una ricerca commissionata da
Panasonic Toughbook ad IDC per il mercato UK emerge che i
notebook danneggiati rappresentano un costo significativo per le aziende inglesi.
Sulla base della ricerca inglese, si stima che per l'Italia i notebook danneggiati costino alle aziende italiane
1.144 miliardi di Euro per riparazioni e ripristino dati.
A questo vanno aggiunti i costi indiretti causati da interruzioni del business, perdita di opportunità professionali o insoddisfazione del cliente.
La ricerca, commissionata da Panasonic Toughbook e sostenuta dal
gruppo di analisti tecnologici di IDC, dimostra che il 20% dei notebook aziendali richiede un'assistenza annuale e che il 14,2% delle riparazioni è causato da danni fisici o incidenti.
Ecco
le più frequenti cause di rottura. Durante il sondaggio, il
72% degli intervistati con notebook danneggiati ha riportato di aver subito
danni alla tastiera, mentre il
66% ha subito guasti allo schermo. Componenti non esposti che subiscono maggiori danni includono
batterie e hard disk drive, entrambi menzionati da più del
50% degli intervistati.
L'
errore umano e la mancanza di attenzione sono responsabili per gran parte dei danni, con il
72% degli intervistati che sostiene di aver fatto cadere il notebook, il
66% di aver
rovesciato liquidi sul dispositivo e il 55% che afferma di
averlo fatto cadere dalla scrivania o dal tavolo.
I dipartimenti che hanno subito maggiori danni sono quelli dell'assistenza clienti, seguiti dall'amministrazione e vendite.
Sempre secondo il sondaggio condotto da IDC, il
63% degli intervistati ha riportato un calo produttivo come conseguenza di danni o rotture dei notebook, mentre
più di un terzo ha elencato perdite di dati rilevanti o informazioni aziendali (37%) e vendite perse o ritardate (34%).
Parallelamente alla prospettiva fornita da
IDC in UK, su un aumento delle vendite di notebook nel 2010 rispetto a computer fissi, il gruppo di analisti ha consigliato alle aziende di scegliere con maggiore attenzione il tipo di notebook che si intende acquistare.
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