L’
Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha sanzionato
WhatsApp per non aver dato esecuzione all’ordine di pubblicazione dell’estratto del provvedimento, emesso nei suoi confronti a maggio 2017, con il quale è stata accertata la vessatorietà di alcune clausole dei
Termini di Utilizzo dell’applicazione WhatsApp Messenger.
In particolare, WhatsApp, violando gli obblighi informativi nei riguardi dei consumatori previsti dalla legge, ha consapevolmente omesso quanto disposto dall’Autorità nel provvedimento, ossia
la pubblicazione del citato documento nella homepage del proprio sito web e la contestuale notifica
in app, da inviare a tutti gli utenti WhatsApp italiani, contenente il
link alla pubblicazione medesima.

Le clausole, a suo tempo
qualificate come vessatorie, riguardano, in particolare: la facoltà di modifiche unilaterali del contratto da parte della società, il diritto di recesso stabilito unicamente a vantaggio del professionista, le esclusioni e le limitazioni di responsabilità a suo favore, le interruzioni ingiustificate del servizio, la scelta del foro competente sulle controversie (ad oggi esclusivamente individuato presso tribunali americani).
L’Autorità ha irrogato a WhatsApp
una sanzione di 50.000 euro, pari al massimo edittale attualmente stabilito dalla normativa per l’inottemperanza ai provvedimenti di accertamento della vessatorietà.
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