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UPS, opportunità e sfide dell'e-commerce pot pandemia per le PMI

Da un’indagine di UPS, il 49% delle PMI vorrebbe iniziare a vendere online. Tra le sfide: costi doganali, complessità legata alle tasse e alla protezione dei diritti della proprietà intellettuale.Fondamentale porre l’e-commerce al centro delle decisioni di politica commerciale 

Autore: Redazione BitCity

Pubblicato il: 23/07/2021

Sostenere la crescita delle PMI in Italia, sbloccando le opportunità attraverso  l'e-commerce.
Se in Italia le piccole e medie imprese (PMI) generano quasi il 70% del valore aggiunto dell’economia con il 15% in più rispetto alla media dell’UE, di pari passo il settore dell’e-commerce è in crescita in tutto il Paese, con un tasso annuale atteso del 10% entro il 2023.
Ma come guardano le PMI al commercio elettronico nel nuovo scenario post COVID-19?
Per comprendere le opportunità e sfide del commercio elettronico a seguito della pandemia, UPS ha condotto un’indagine internazionale con il supporto della società di consulenza Nathan Inc. in 9 Paesi nel mondo, tra cui l’Italia, dove sono state intervistate 69 PMI italiane di diversi settori. Tra quelle coinvolte, poco meno della metà si occupa di e-commerce e, di queste, due terzi esporta: per chi vende online, l’export conta in media solo per il 20% delle vendite, il che indica che c’è un’opportunità per aumentare l’e-commerce e le esportazioni. 

Le PMI coinvolte: tipologie e settori
La stragrande maggioranza delle PMI (90%) si occupa di vendite B2C, mentre solo il 10% di B2B. 15 i settori rappresentati fra beni e servizi, con prevalenza di aziende dei settori Food & Drink, Manufatturiero e Fashion; il 77% delle imprese è nel business da oltre 10 anni e il 64% dei proprietari ha un’età compresa tra i 45 e i 64 anni.
Del 46% delle aziende che effettua vendite online di beni o servizi, iI 58% si occupa di vendite dirette ai clienti e il 19% unisce alle vendite dirette quelle in drop-shipping. Nella vendita online le aziende si rivolgono per il 66% sia a clienti domestici sia a internazionali, di contro il 34% si occupa solo di vendite online all’interno del Paese. Il 55% usa una piattaforma e il 13% il proprio negozio web per le vendite online. 
Se la pandemia ha cambiato le abitudini d’acquisto dei consumatori, più inclini all’online, come si comportano le PMI?
Oggi le aziende sono consapevoli dell’importanza del canale online. Per l’84% delle PMI che hanno partecipato alla ricerca, iniziare a vendere online aumenterebbe le loro sales, il 59% sarebbe motivato per attrare nuovi clienti e per il 47% l’e-commerce agevola l’espansione in nuovi mercati.  

Le principali sfide dell’e-commerce per le PMI
Ma se da una parte le PMI sono motivate ad aprire il proprio e-commerce, dall’altra devono affrontare diverse barriere per vendere i propri prodotti oltreconfine.
Le principali sfide dell’e-commerce indicate dalle aziende sono legate ai costi doganali, alla complessità di raccogliere le tasse dai clienti e/o presentare l'IVA alle aziende, e quelle relative alla protezione dei diritti della proprietà intellettuale. Inoltre, per il 38% delle PMI le merci contraffatte del marchio 'Made in Italy' rappresentano una minaccia per le esportazioni e-commerce.
Già prima della pandemia l’e-commerce consentiva anche alle aziende più piccole di accedere a nuovi mercati internazionali ampliando le possibilità di scelta per i consumatori. Oggi vediamo un’accelerazione del trend con il 49% delle PMI intervistate che non effettua ancora vendite online che vorrebbe iniziare a farlo. Per questo motivo è fondamentale porre l’e-commerce al centro delle decisioni di politica commerciale. In Italia, da 30 anni UPS supporta moltissime aziende, soprattutto PMI, per cui l’e-commerce è una vera leva.” – ha dichiarato Britta Weber, di recente nominata country manager di UPS Italia. 
Il digitale - sottolinea Marco Granelli, Presidente di Confartigianato - è stata l’arma più usata dalle piccole imprese per far fronte alle restrizioni imposte dalla pandemia e promuovere e vendere on line i loro prodotti, fare formazione, mantenere vivi i rapporti con fornitori e clienti. L’innovazione digitale è un fattore abilitante che potenzia la competitività delle piccole imprese, consentendo di commercializzare nel mondo la qualità made in Italy. La missione del PNRR dedicata alla digitalizzazione rappresenta quindi una grande opportunità per spingere i piccoli imprenditori in un percorso di sviluppo già avviato. Va potenziato il programma Transizione 4.0 con misure ad hoc per le micro e piccole imprese finalizzate a valorizzare le loro capacità creative ed adattive nei tantissimi campi in cui operano, favorendo non soltanto l’upgrade tecnologico ma anche la formazione ed il trasferimento delle nuove competenze, a partire da quelle del titolare dell’azienda”. 
Le principali destinazioni per l’export dell’e-commerce italiano sono Europa ed Eurasia, Nord America e Asia orientale e Pacifico e la maggioranza delle PMI (93%) sceglie di affidare le proprie merci a fornitori privati di trasporto sia per le spedizioni nazionali sia per le internazionali.
Le barriere per le PMI interessate a espandersi alle vendite online spaziano dall’accesso affidabile a Internet, all’impostazione dei pagamenti elettronici alla logistica - tra imballaggio, stoccaggio dell'inventario e spedizioni - fino alla gestione delle vendite online con un accenno anche all’accesso ai finanziamenti. Mentre le tre aree in cui le PMI chiedono supporto al governo per espandersi nelle vendite online sono relative alle tasse e ai dazi, all’accesso alle informazioni di mercato di altri paesi, alle informazioni sui benefici degli accordi commerciali. 

Le PMI e le misure di sostegno promosse dal governo durante la pandemia
Secondo i dati raccolti, il 68% delle piccole e media imprese dichiara di aver beneficiato dei programmi governativi quali i vari decreti 'Ristori', 'Sostegni', il fondo di garanzia salariale “Cassa Integrazione”, sovvenzioni e prestiti bancari, rimborsi per spese aziendali COVID-19 e il sostegno al pagamento dell’IVA. Solo il 26% del campione della ricerca non era a conoscenza dei programmi, mentre il 6% afferma di non essere a conoscenza delle misure intraprese dal governo. Dall’indagine si evidenzia anche che le PMI richiedono un più convinto supporto del governo per quanto riguarda l’accesso a informazioni più chiare sui requisiti del commercio elettronico, oltre che all’attuazione di politiche incentivanti per andare online.

Alcuni suggerimenti sulla policy a sostegno delle PMI:
  • migliorare le condizioni e possibilità di accesso a connessioni internet stabili e performanti per le PMI nell’e-commerce, supportando queste ultime attraverso l’attuazione della strategia nazionale per la banda larga, tenendo conto della necessità di migliorare la stabilità e la velocità di Internet;
  • sostenere l’e-commerce delle PMI, promuovendo la formazione on e offline e su come accedere alle informazioni di mercato, attirando i clienti e sviluppando una rete di centri locali per il loro lo sviluppo in collaborazione con le organizzazioni di imprese e le autorità locali;
  • continuare a sostenere le capacità finanziarie delle PMI, facilitandone sempre più l’accesso al credito;
  • aumentare la capacità delle PMI nell’export attraverso l’e-commerce e programmi di formazione, ampliando la conoscenza sui programmi esistenti di promozione dell’export di e-commerce, cosi come i roadshow regionali virtuali o di persona, in particolare quelli coordinati dall’Istituto del Commercio Estero e dalle agenzie di promozione nazionali, fornendo informazioni aggiornate e pertinenti all’export di e-commerce.
  www.ups.com

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