Le autorità cinesi hanno avviato una nuova campagna morale contro i contenuti volgari e pornografici che si trovano spesso sul Web. Il
Governo cinese ha infatti pubblicato
una lista di 19 siti, tra cui i motori di ricerca
Google, Baidu, Sina e Sohu, che avendo finora ignorato i richiami rischiano di essere
oscurati se non cancelleranno tutto il materiale ritenuto osceno da parte di Pechino.
Baidu è il motore di ricerca più usato dagli utenti cinesi e si ritiene che controlli due terzi del mercato della pubblicità online.
La
CCTV, emittente televisiva che ha dato la notizia, ha spiegato che il ministero della Pubblica sicurezza e altri uffici governativi hanno messo a punto la campagna e, per ora, nessuno dei siti Web chiamati in causa ha commentato la notizia.
Già nelle scorse settimane una serie di siti di informazione che erano stati sbloccati nel corso delle
Olimpiadi di Pechino sono stati nuovamente resi inaccessibili. I frequenti interventi dei censori cinesi che usano un sistema di parole-chiave che colpiscono - molte volte - anche siti innocenti, rendono spesso lenta e macchinosa la navigazione su internet agli oltre 300 milioni di utenti registrati nel Paese.
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