Fra i vari pericoli che nasconde la rete, uno dei più pericolosi e attualmente in rapida crescita e quello denominato
"Cybersquatting". Questo termine indica l'appropriamento illecito di nomi di dominio altrui, con l'obiettivo di lucrare sulla pelle di chi viene derubato del nome, solitamente marchi famosi, personaggi celebri o aziende.
Per citare alcune vittime illustri di questo tipo di pirateria informatica basta nominare
Google, eBay, LEGO, Scarlett Johansson, Christian Dior, Lancà´me, Coca-Cola, BMW, Lufthansa, le Olimpiadi di Madrid 2016, Montreal Jazz Festival.
Fra le aziende più colpite spiccano il settore farmaceutico (mediante falsi domini riferiti ai marchi dei medicinali, le frodi di questo tipo sono ben il 9,9% delle frodi totali), bancario (9,4% del totale) e del mondo IT (8.8%).
Secondo
World Intellectual Property Organization (WIPO), organizzazione affiliata all'ONU che dal 2004 cerca di contrastare questo fenomeno, il "Cybersqatting" (assieme ad altre frodi quali Pay Per Click e Domain Kiting) ha avuto nel 2008 una grandissima espansione, risultando un anno da record, con quasi 2500 denunce inviate.
Negli ultimi 10 anni il fenomeno ha mietuto oltre
14mila vittime (nel 90% dei casi siti in lingua inglese), con una curva, dopo i primi successi delle parti "in difesa", in continua crescita; in particolare in Italia sono state presentate 467 denunce (delle quali 222 sono risultate fondate), facendo balzare lo stivale al settimo posto fra le nazioni più attaccate.
Al primo posto, ovviamente, gli
USA, con 6.452 denunce, seguiti da Francia e Inghilterra, rispettivamente con 1.575 e 1.110 casi. Da notare che delle 14mila denunce solo l'85% si sono concluse con la vittoria giuridica della parte lesa, mentre ben il 15% non ha potuto fare nulla.
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