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UK, Ministero degli Interni accusato di collusione con Phorm

L'Home Office è stato accusato di collusione con Phorm a seguito della pubblicazione di uno scambio di e-mail avvenuto tra l'agosto 2007 e l'anno successivo. Il Ministero si difende dichiarando di non approvare le tecnologie utilizzate dall'azienda pubblicitaria.

Autore: Redazione D.Life

Pubblicato il: 30/04/2009

 
L'Home Office, il Ministero degli Interni britannico, è stato accusato di collusione con l'azienda pubblicitaria online Phorm, che offre agli utenti messaggi personalizzati basandosi su un sistema di rilevazione della loro attività  sul web.
L'accusa si riferisce ad uno scambio di e-mail in merito alla legalità  del servizio avvenuto tra l'agenzia e il Ministero tra l'agosto 2007 e l'anno successivo, e pubblicato a seguito di una richiesta relativa al Freedom of Information (FOI) Act.
Nei messaggi, il dipartimento chiedeva a Phorm se sarebbe stato "confortato" da un'approvazione del suo operato, e la compagnia da parte sua dichiarava l'intenzione di conformarsi ad alcune richieste dell'organismo; in un'altra mail, un funzionario governativo chiedeva ai rappresentanti della società  di rivedere e modificare un documento non meglio precisato.
Ora che queste comunicazioni sono state rese pubbliche, il Ministero si difende respingendo le accuse come infondate: "Dal rilascio di quei documenti, abbiamo ripetutamente dichiarato che il Governo non approva Phorm e la sua tecnologia. Il nostro impegno è quello di difendere la privacy dei cittadini, e ci assicureremo che tecnologie di questo genere siano applicate in maniera appropriata e trasparente".
Anche Kent Ertugrul, CEO di Phorm, ha negato ogni collusione, affermando inoltre che le accuse non rispecchiano il sistema giudiziario in vigore nel Regno Unito, nel quale sono i tribunali, e non il Ministero, a decretare cosa è legale e cosa no.

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