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Sophos, sicurezza a rischio a causa dei social network

Da un recente sondaggio online condotto da Sophos risulta che una società  su quattro ha subito attacchi lanciati attraverso i social network, il cui uso frequente li rende un obiettivo primario per i criminali informatici.

Autore: Redazione D.Life

Pubblicato il: 14/05/2009

 
Sophos ha reso noti i risultati dell'ultima indagine sulla nuova frontiera del crimine informatico: il social networking. Un sondaggio condotto di recente dalla società  ha rivelato che il 63% degli amministratori di sistema nutre la preoccupazione che i dipendenti condividano troppi dati personali attraverso i propri profili sui social network, mettendo così a rischio la rete aziendale e i dati sensibili.I risultati dell'indagine indicano, inoltre, che un terzo delle aziende è stato vittima di attacchi di spam, phishing o malware lanciati attraverso i social network come Twitter, Facebook, LinkedIn e MySpace.
L'indagine di Sophos conferma che, sebbene un terzo delle aziende continui a considerare la gestione della produttività  come la ragione principale per controllare l'accesso dei dipendenti ai social network, la minaccia rappresentata da malware e fuga di dati sta diventando sempre più evidente e costituisce la principale fonte di preoccupazione per un'azienda su cinque. Sebbene i social network stiano cominciando a prendere provvedimenti per arginare il fenomeno, attivando, ad esempio, finestre pop-up con cui l'utente conferma di voler visitare un certo link esterno, purtroppo queste misure non sono sufficienti. Occorre che le organizzazioni adottino una strategia di sicurezza It basata su criteri di protezione efficaci, di cui una componente fondamentale è rappresentata dalla formazione degli utenti. Questi devono imparare a scegliere e gestire password sicure per impedire ai criminali informatici di assumere il controllo degli account online, che potrebbero fungere da punto di accesso alla rete aziendale. La completa messa al bando dei social network sui luoghi di lavoro, tuttavia, potrebbe rivelarsi una mossa affrettata, causando più danni che benefici. Negando completamente al proprio personale l'accesso al sito di social network, infatti, le aziende corrono il rischio di indurre i propri dipendenti a escogitare un modo per aggirare il divieto, creando vulnerabilità  ancora più pericolose nel sistema di sicurezza aziendale. Inoltre, in questo modo, si dovrebbe rinunciare al potenziale economico legato ai social network, grazie all'opportunità  di creare contatti con clienti attuali e potenziali.
Questi alcuni consigli per le aziende emersi dal sondaggio Sophos:
1. Sensibilizzare i dipendenti ai rischi connessi alla navigazione in Internet;
2. Valutare l'ipotesi di filtrare l'accesso a certi social network in orari specifici;
3. Controllare le informazioni condivise online dalla vostra organizzazione e dal vostro personale;
4. Rivedere regolarmente le impostazioni di sicurezza web 2.0 in modo che gli utenti condividano unicamente informazioni di lavoro con interlocutori fidati;
5. Implementare una soluzione in grado di esaminare tutti i siti web in maniera proattiva ricercando malware, spam e contenuti di phishing.


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