E' nato tutto da una vicenda singolare ed è sfociato in una
sentenza storica: in
Gran Bretagna i possessori di un
blog non potranno avere la
garanzia del rispetto dell'anonimato. In sintesi: possibilità di svelare chi si cela dietro pseudonimi strani e dietro la tastiera di un computer.
Il protagonista è il
detective Horton, alias
NightJack, che raccontava le proprie esperienze lavorative in un blog che, da quanto si può dedurre considerando l'
interesse suscitato dal suo diario online, era letto da parecchie persone. I diversi post narravano i
dettagli dei casi su cui il detective stava investigando, regalavano
scoop e
notizie private che, indubbiamente, gli interessati non avrebbero gradito fossero diffusi.
Tanta
popolarità ha fatto sì che il blog di NightJack vincesse un
premio, l'
Orwell Prize per la scrittura politica: un giornalista ha quindi investigato, riuscendo a risalire all'
identità del blogger. Il
Times, agguantato lo scoop, ha pubblicato le
generalità di NightJack, il quale ha risposto con una denuncia. Ecco la sentenza del giudice:
nessuna imputazione al famoso quotidiano, in quanto il
blog è da considerarsi un'
attività pubblica, non privata, e non si può garantire il rispetto dell'anonimato per chi gestisce un diario in rete. Ad oggi, cercando in rete gli
scritti contestati, è possibile soltanto trovare una frase da parte dell'account, in cui è segnalato come l'autore abbia chiesto la
cancellazione del contenuto del blog: l'aver tolto la maschera può probabilmente aver causato problemi lavorativi al detective Horton, tanto da decidere di interrompere la sua attività .
Inoltre, e probabilmente anche questo costituisce un fattore determinante nella scelta, l'
anonimato consente ad un blogger di lasciarsi veramente andare, esplicitando ogni pensiero senza alcuna
restrizione o
pudore: l'aver svelato la sua identità può aver tolto l'
estro e la
capacità di scrittura di NightJack.Ora c'è da vedere quali ripercussioni avrà la storica sentenza per tutti i
blogger inglesi: adesso che l'anonimato online nei blog non è più un diritto, come cambierà la loro
ars scribendi?
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