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Passaggio al digitale, L'UE si interroga sull'utilizzo delle frequenze analogiche liberate

E' stata aperta una consultazione per decretare il corretto utilizzo delle frequenze analogiche liberate dal passaggio al digitale dei Paesi Europei: un coordinato utilizzo del dividendo digitale può rappresentare, secondo la Commissione Europea, una risorsa.

Autore: Redazione D.Life

Pubblicato il: 15/07/2009


Il passaggio al digitale sta interessando non soltanto l'Italia, ma gli altri stati dell'Unione Europea. Fino ad oggi, infatti, Germania, Finlandia, Lussemburgo, Svezia, Paesi Bassi, la regione delle Fiandre e gran parte dell'Austria hanno già  effettuato il passaggio alla Tv digitale, mentre gli altri Stati, compresa l'Italia, li seguiranno entro il 2012.
La Commissione Europea, analizzando la questione, si è soffermata a riflettere sulle potenzialità  di questo mutamento ed è emerso come lo spettro radio reso disponibile può essere utilizzato in maniera ottimale dai Paesi dell'Unione.In riferimento a ciò, è stata lanciata una consultazione per determinare quale sia il modo migliore per collaborare a livello europeo, così da sfruttare nel migliore dei modi le frequenze analogiche liberate: la consultazione durerà  fino al 4 settembre 2009 e dopo questa data verrà  presa una decisione. Il dividendo digitale potrà  a questo punto coincidere con una potenzialità  e una risorsa correttamente utilizzata, così da finalizzare un adeguato coordinamento fra gli Stati, evitando che si creino interferenze fra gli Stati.
“Il dividendo digitale giunge in un momento importante in cui vogliamo collegare ogni parte dell'Europa alla banda larga ad alta velocità , garantire una trasmissione di alta qualità  ed ampliare la scelta dei consumatori sul piano dei futuri servizi senza fili” ha dichiarato Viviane Reding, commissario UE responsabile per la società  dell'informazione e i media.
L'esigenza di un approccio comune è quindi fondamentale per la Commissione Europea, sia per incentivare l'unificazione e una maggiore comunicazione fra i Paesi, che per quel che concerne il valore economico del dividendo.

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