Stefano Pileri, presidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, ha presentato a Milano, alla presenza del Ministro
Renato Brunetta, l'
Osservatorio Italia Digitale 2.0, realizzato da Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici in collaborazione con il Dipartimento per la digitalizzazione della pubblica amministrazione e l'innovazione tecnologica.
Ecco i dati più rilevanti del Rapporto:
LA RETE àˆ â€œABITATA†DA MENO DEL 50% DEGLI ITALIANI
-
Solo il 47% della popolazione tra 15 e 74 anni (21,6 milioni nel 2008)
accede tramite internet ai servizi disponibili online;
-
1/3 delle aziende continua a non essere in rete, e tra le
microimprese il tasso sale al
43%. In generale l'innovazione digitale è ancora poco associata alla possibilità di sviluppare il business;
- Per quanto riguarda i collegamenti in mobilità , nella seconda metà del 2008 gli utenti connessi sono stati
6 milioni di individui, ovvero il
28% degli utenti internet a fine anno. L'utilizzo di internet mobile appare essere segmentato in due cluster principali: business users (imprenditori e dirigenti) e giovani (studenti).
BANDA LARGA: IL 92% DELLE LINEE àˆ ABILITABILE ALLA BANDA LARGA MA RESTA IL DIGITAL DIVIDE SOPRATTUTTO NELLE AREE E NEI DISTRETTI INDUSTRIALI.
Le famiglie italiane con connessione a internet in banda larga hanno superato nel corso del 2009 la soglia dei
10 milioni (comprese le famiglie connesse in mobile broadband). Nonostante questo dato persiste un
digital divide infrastrutturale che coinvolge ancora il
12% della popolazione. Il digital divide coinvolge anche
aspetti sociodemografici e culturali (quali età media elevata, nuova immigrazione, bassi redditi, bassa scolarizzazione). In questo senso la bassa alfabetizzazione informatica gioca un ruolo chiave: le famiglie dotate di un Pc sono “appena†il 52%. àˆ urgente promuovere politiche per l'alfabetizzazione digitale degli italiani.
I
COMUNI: MOLTI CONTENUTI INFORMATIVI, POCHE PROCEDURE INTERATTIVE. Tutti i Comuni sono informatizzati, accedono a internet (nella maggior parte dei casi con collegamenti a banda larga) e in misura significativa (
82%) hanno un
sito web. La digitalizzazione sembra essere avvenuta però soprattutto per questioni amministrative, per dialogare in rete con gli enti centrali della
PA (Agenzia delle Entrate, Anagrafe, INPS, Camere di Commercio ecc.), mentre
i servizi online per gli utenti sono ancora poco diffusi. Il livello di interattività dei Comuni con i cittadini risulta ancora molto basso: l'offerta di servizi on-line è molto spesso limitata ai soli contenuti informativi, come accade per il 59% dei siti web dei Comuni. Il 37% dei Comuni consente invece di scaricare moduli e solo il 4% mette a disposizione applicazioni veramente interattive, quali l'avvio e/o conclusione di pratiche e pagamenti on-line.
LE
SCUOLE: LE TECNOLOGIE SONO ANCORA FUORI DALLA DIDATTICA.Pur presentando una
dotazione tecnologica di base di buon livello (internet 98%, banda larga 95%, sito 71% e intranet 67%) le scuole italiane sono ancora indietro nel processo di implementazione dei servizi alle famiglie e agli studenti: il 100% dà informazioni di carattere generale, ma
solo il 2% consente pagamenti ed iscrizioni on line. Le tecnologie sono entrate nella scuola, ma più nell'amministrazione che nella didattica. In questo senso ci si attende molto dallo sviluppo dei contenuti scolastici digitali pensati per la rete. àˆ auspicabile, ad esempio, la creazione un e-marketplace per i
materiali didattici digitali (e-Book, Learning Object, Podcast ecc.), dove tali materiali possano essere valutati dagli insegnanti ed scaricati on-line dagli studenti dietro pagamento del costo della licenza d'uso. In tal modo si realizzerebbe un sistema win-win, in cui le famiglie ottengono risparmi sull'acquisto dei testi scolastici, stimabili in un 30% annuo, gli editori vengono remunerati per i materiali prodotti e l'Amministrazione promuove un forte processo innovativo nel sistema dell'istruzione.
LA
SANITà€: RISPARMI DEL 10% DELLA SPESA NAZIONALE CON L'USO DELLE TECNOLOGIE ICT E DELLA TELEMEDICINA. Il mondo della sanità mostra livelli elevati di diffusione dell'ICT, più o meno per tutte le principali piattaforme: internet 100%; banda larga 98%, sito 84%, intranet 81%, cellulare 58% e sistemi di videocomunicazione 15%. Tuttavia le opportunità offerte dalle reti in banda larga sono ancora poco sviluppate, soprattutto nella possibilità di effettuare on-line prenotazioni, pagamenti e ritiro esami. Con la diffusione della telemedicina, digitalizzando servizi di monitoraggio dedicati ad alcune tipologie di malati, ad esempio diabetici e cardiopatici (che attualmente non vengono forniti in modalità remota) si potrebbero ottenere
benefici e risparmi stimati, che, secondo i confronti internazionali, partono
dal 2% circa della spesa sanitaria nazionale fino ad arrivare al 10%.
NASCE UN PROGETTO PAESE PER L'ITALIA DIGITALE. Occorre realizzare un
Progetto Paese sistemico, che coinvolga domanda e offerta, indirizzato a superare, progressivamente ma con tempi definiti, il ritardo digitale di tutte le componenti della società civile. Un driver fondamentale sarà l'erogazione via via sempre più completa dei servizi on-line della
pubblica amministrazione (switch over) a partire dalle richieste delle fasce più avanzate di utenza e affiancando ad internet servizi di sostegno per le fasce più deboli della popolazione (centri di assistenza). Maggiori investimenti nelle reti broadband e una più ampia diffusione di nuovi servizi innovativi permetteranno ad aziende, istituzioni pubbliche e società civile di recuperare efficienza, di sviluppare nuovi prodotti/servizi e di incrementare quindi la produttività ormai ferma da anni. In questa direzione vanno il progetto e-government 2012 del Ministro Brunetta ed il già citato Piano Banda Larga i quali debbono trovare veloce attuazione tramite le necessarie risorse economiche.
IL RUOLO DEI SERVIZI INNOVATIVI E TECNOLOGICI PER IL RILANCIO DELL'ECONOMIA. Il Settore conta circa 1 milione di imprese e 2,5 milioni di addetti, con un volume di affari di circa 350 miliardi di euro. Una crescita nell'ultimo quinquennio del 33% in termini di investimenti, pari a circa 24 miliardi l'anno, e del 20% in termini di occupati. La crisi economica che ha coinvolto finora circa 100mila addetti non impedisce a questo settore di esplicare un importante effetto moltiplicatore, pari a 2,38, su tutto il sistema economico italiano. Il valore aggiunto prodotto direttamente dai Servizi Innovativi e Tecnologici è pari al 13% del PIL, ma raggiunge il 30% se si valuta il contributo indiretto fornito agli altri settori dell'economia.
Stefano Pileri ha chiesto al Governo di tenere in considerazione i dati del Rapporto 2009 Italia Digitale, elaborato con il Dipartimento, per
recuperare il ritardo nell'offerta in rete di servizi pubblici e privati a cittadini ed imprese, sottolineando il fondamentale ruolo di stimolo che la
Pubblica Amministrazione ha nel loro sviluppo, al fine di migliorare nettamente le condizioni dei cittadini e delle imprese e portare consistenti risparmi alla spesa pubblica corrente. Il Presidente ha auspicato anche che “a fianco dello sforzo che il Paese sta compiendo per superare il
digital divide, venga accelerata la realizzazione di
infrastrutture di telecomunicazioni di nuova generazione per non incorrere in futuri ritardiâ€.
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