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Intel, italiani sempre più tecnologici ma poco educati

Un'indagine Intel rivela che gli italiani sono sempre più tecnologici con cellulari e altri dispositivi, ma sempre meno educati.

Autore: Chiara Bernasconi

Pubblicato il: 05/07/2011

Più dispositivi mobili che abitanti, è questa l'immagine dell'Italia che cambia, fotografata da una nuova indagine Intel condotta nel nostro e in altri sedici paesi dell'area EMEA in collaborazione con Redshift Research.
Se tutta la popolazione maggiorenne italiana si mettesse contemporaneamente in viaggio o per strada, a spasso per la penisola si ritroverebbero oggi oltre 80 milioni tra cellulari, computer, tablet, navigatori satellitari.
La nuvola digitale di cui tanto si parla è già  fuori dalla Rete, nelle tasche e nelle borse di milioni di cittadini italiani. Tanto che il 40% di loro dichiara di non muoversi mai senza almeno due diversi dispositivi tecnologici sempre con sà©, e uno su cinque anche con tre o più.
Irrinunciabile il cellulare personale per la quasi totalità , il 93% del campione, seguito a distanza dal laptop in seconda posizione, necessario per il 31%.
Sul terzo gradino del podio con un ex aequo salgono il navigatore satellitare e il cellulare di lavoro (necessari per il 15% degli italiani).
In rimonta gli ultimi arrivati: il netbook, votato dall'11%, e il tablet, dal 4%.
A domanda diretta, il 90% degli italiani, pensando ad un ipotetico bon ton della nuova era tecnologica, giudica il proprio comportamento alle prese con i dispositivi mobili tra il buono e, addirittura, l'eccellente. Nessuno lo trova invece migliorabile.
A sorpresa, però, per gli stessi intervistati, solo un italiano su 5 si comporta educatamente e, anzi, sempre per un italiano su cinque il voto complessivo alla popolazione è insufficiente.
A onor del vero, gli italiani in Europa sono anche tra i più autocritici verso se stessi e i connazionali. Più severi di noi solo romeni, cechi ed egiziani.
Tra i comportamenti riconosciuti come più scorretti al telefono, per il 77% degli italiani il peggiore si conferma sicuramente quello di leggere e scrivere messaggi mentre si guida, seguito a ruota dal parlare ad alta voce in pubblico, per il 73% degli intervistati, e dalle suonerie invadenti (58%).
Per molti, il 55%, non c'è niente di peggio che parlare a qualcuno che si distrae con il cellulare o, per il 44%, che legge e scrive messaggi. Ai buoni propositi però non seguono i fatti. Ben un italiano su tre scrive infatti messaggi alla guida e uno su due lo fa in compagnia di altri nel mezzo di una conversazione. Un altro 50% utilizza infine i dispositivi mobili nella propria camera da letto, con buona pace del partner (sempre a patto che non faccia altrettanto).            
Il fenomeno hi-tech si misura anche dai suoi risvolti "sociali". Un italiano su due ormai considera il dispositivo mobile alla stregua di uno status symbol, e forse anche per questo si dice facilmente irritabile dalle cattive maniere di chi lo usa. Ecco così che quasi la maggioranza dei cittadini, il 46%, auspica la creazione di una sorta di codice comportamentale, se non di una vera e propria "etichetta" mobile.
D'altronde, nella top ten ideale delle "mancanze di stile" in pubblico, i comportamenti scorretti al telefonino oggi sono saliti addirittura alla seconda posizione, subito dietro alle insuperabili dita nel naso e al mordicchiarsi le unghie, ma addirittura prima delle parolacce ad alta voce e del fumare addosso a coloro che non fumano.
Se l'80% degli italiani rinuncerebbe per una settimana a caramelle, caffè, the e cioccolato per il proprio dispositivo mobile preferito, c'è chi – fortunatamente solo il 4% - farebbe addirittura a meno di una doccia, per ben sette giorni.
La stessa percentuale che rinuncerebbe al partner – valore che sale al 10% in Campania e Umbria e addirittura, a livello europeo, al 22% in Romania.  
Il peggior posto dove usare un computer portatile si conferma – in particolare per noi e francesi – la tavola imbandita per il pranzo o la cena, almeno per il 49% degli intervistati; inappropriato il suo utilizzo anche durante le serate con gli amici per il 23% e sul letto per il 9%.
Altri tabù intanto sono caduti da tempo, e i dispositivi tecnologici non solo si accendono sempre prima per spegnersi sempre più tardi, ma spesso rimangono "always on".
àˆ una minoranza oggi, il 31%, quella che controlla i suoi dispositivi solo una volta giunta sul posto di lavoro. Tutti gli altri cominciano ben prima, durante la colazione o il caffè il 28%, ancora prima di alzarsi dal letto il 15%, oppure sui mezzi pubblici per andare in ufficio o in azienda il 13%.
Così accade anche nel resto d'Europa, con una piccola sorpresa.
Più "ansiose" sul piano digitale si dimostrano le donne: ben il 71% di loro controlla infatti messaggi e mail prima di uscire di casa contro il 67% degli uomini.  
Il 68% degli italiani controlla almeno una volta al giorno le proprie pagine e informazioni sui social network, anche se molti ormai sono passati ad un controllo una volta l'ora (almeno un italiano su dieci).
A sorpresa, in Egitto e Turchia la quasi totalità  della popolazione (rispettivamente il 90 e l'89%) controlla lo stato giornalmente se non più volte al giorno. Anche in questo caso le donne si riconfermano più "ansiose" sul piano digitale rispetto agli uomini: il controllo è giornaliero per il 71% di loro, contro il 67% della controparte maschile.
L'uso dei dispositivi mobili per accedere ai propri alter ego digitali spesso coincide anche con una maggiore disinvoltura nel loro utilizzo.
Anche per questo i comportamenti scorretti si tollerano sempre meno. Tra i più detestati, l'uso di identità  altrui, anche solo per gioco o scherzo, votato dal 64% degli intervistati, la condivisione eccessiva di informazioni online, spesso anche fin troppo private, per il 53%, l'essere inseriti tra i "tag" di una foto senza avere dato il proprio consenso (52%) o ancora l'essere geolocalizzati  da servizi e siti web (49%).
Mal tollerati anche gli errori grammaticali e di sintassi, almeno dal 35% del campione, così come cresce il fastidio per le richieste d'amicizia o contatto da perfetti sconosciuti: non le gradisce il 29% degli intervistati.   Da ultimo, anche l'orecchio vuole – o non vorrebbe – la sua parte. Col moltiplicarsi dei dispositivi mobili crescono infatti esponenzialmente i diversi "rumori digitali" nella vita di tutti i giorni. Sul gradino più alto del podio tra i suoni più sgraditi salgono a pieno titolo i toni della tastiera del cellulare: non li sopporta più di un italiano su tre.
La sveglia del mattino tiene saldamente il secondo posto tra i nemici della pace acustica, mentre al terzo, con il 16%, si piazzano i jingle di accensione e spegnimento dei dispositivi.
A sorpresa, le vibrazioni di cellulari o smartphone per ricezione di chiamate, messaggi o email indispongono solo una stretta minoranza: tre italiani ogni cento. 



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