Il ministro per i beni e le attività culturali e del turismo Dario Franceschini,
nel corso di un Question Time, ha risposto ad una serie interrogazione sul compenso per copia privata che sta facendo
molto discutere ultimamente.
Il Ministro ha affermato che non è una tassa
ma la retribuzione del lavoro creativo e "non deve ricadere in alcun modo sui consumatori: deve rimanere a carico dei produttori".
Le tariffe, aggiornate il 20 giugno scorso come previsto dalla legge, "sono molto più basse rispetto a quelle esistenti negli altri grandi Paesi dell'Unione Europea – ha sottolineato il ministro Franceschini – Voglio anche aggiungere che non c'è nessun rapporto tra il prezzo di vendita di un apparecchio come uno smartphone e il compenso che viene prelevato ai produttori: infatti, in Francia, il prelievo su uno smartphone con 16 Gb di memoria è di 8 euro, ovvero il doppio rispetto all'Italia, e l'apparecchio viene venduto a 709 euro. In Germania, sempre su uno smartphone, il compenso prelevato è di 36 euro e il prezzo di vendita è 699 euro. In Italia, fino ad oggi, il, compenso prelevato su quello stesso smartphone è stato di 0,90 euro, ma l'apparecchio era venduto a 729 euro, cioè ad un prezzo più elevato rispetto alla Francia e alla Germania. Non c'è quindi alcun rapporto con il prezzo di vendita, che dipende invece da altri fattori".
Dario Franceschini ha infine ribadito l'importanza della tutela del diritto d'autore come diritto del lavoro: "Aggiornando le tariffe dell'equo compenso per copia privata credo di aver fatto un'operazione che tutela il diritto degli autori a vedere riconosciuto l'unico strumento che hanno per garantire la libertà creativa".
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