Il divario fra la cifra che la protagonista della storia avrebbe pagato se avesse
scaricato legalmente i
24 brani musicali e il risarcimento stabilito invece dalla corte federale di Minneapolis (Usa) è notevole: 23,76 dollari (0,99 centesimi di dollaro per brano) a fronte di 1,92 milioni di dollari. Un divario impressionante e una cifra, quella della sentenza, che difficilmente
Jammie Thomas-Rasset potrà pagare.
Mamma Jammie, ribattezzata così dai media con riferimento alla condizione della donna di madre di 4 figli, è stata accusata e dichiarata
colpevole per aver effettuato
download illegali. La sentenza è in realtà la conclusione del secondo processo sostenuto dalla donna: nel primo processo l'ammenda che Mamma Jammie era stata di 222mila dollari, ma la donna aveva deciso di andare avanti in giudizio contro la
Riaa (
Recording Industry Association of America), l'ente americano che si occupa del
rispetto dei diritti d'autore e della proprietà intellettuale, che aveva intentato la causa.
Il secondo processo, però, ha avuto un esito decisamente peggiore: la nuova cifra ha lasciato sbalordita la protagonista della vicenda e non solo. Ora, a prescindere dagli sviluppi che la storia della signora Thomas avrà , iniziano nell'
opinione pubblica le riflessioni sulla
storica sentenza.
La condanna per il
download illegale ha creato un precedente che intimorisce il
popolo del web e fa sorridere le
major.
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